Fabregas: "Il Como non è il Napoli, Morata e Sergi Roberto gli unici vincenti"

Il tecnico dei lariani commenta il pari contro il Genoa di Vieira: ecco le sue parole
Fabregas: "Il Como non è il Napoli, Morata e Sergi Roberto gli unici vincenti"© Getty Images

COMO - Dopo il primo pareggio stagionale, Cesc Fabregas parla al termine di Como-Genoa. Queste le parole del tecnico dei lariani sul match del Sinigaglia che si è complicato nel finale dopo l'espulsione di Ramon: "Sicuramente il rosso ha condizionato la partita, preferisco non commentare. Noi siamo una squadra giovane che vuole dimostrare la propria forza. Avremmo meritato la vittoria, soprattutto dopo i primi 60 minuti. Questa squadra potrà diventare davvero molto forte".

"Non siamo il Napoli"

Ai microfoni di Sky, Fabregas aggiunge: "Come si spiega la differenza fra il Como dei primi 60 minuti e quello dell’ultima mezz’ora? Dominare per 90 minuti è molto difficile e in campo ci sono sempre due squadre: il Genoa è forte e orgoglioso, noi siamo giovani, stiamo crescendo e imparando. Rispetto allo scorso anno siamo migliori: miglioreremo giocando insieme. È vero, sbagliamo ancora qualche scelta, ma possiamo crescere molto. I cambi? Li ho fatti per dare maggiore stabilità. Avevamo 12 giocatori convocati in nazionale e qualcuno era un po’ affaticato". Poi conclude: "Ripeto, siamo una squadra davvero giovane, con ragazzi alla prima o alla seconda stagione da professionisti. Non siamo ancora una squadra come il Napoli: di giocatori vincenti abbiamo soltanto Morata e Sergi Roberto, ma io sono tranquillo". 

Fabregas e il 'no' al calcio robotico

Ai microfoni di Dazn prosegue l'analisi di Fabregas"E' stata una partita di momenti differenti, buona per 60' poi c'è anche l'avversario che ha inserito forze fresche. Pareggio che non piace ma dobbiamo continuare a crescere". Fabregas comunque non vuole colpevolizzare Ramon che è stato espulso sul finale della partita, poi il gol del pari del Genoa: "Si è avventurato a metà campo? Se avesse fatto un assist saremmo qui a celebrare il suo coraggio". Poi conclude: "Mi piace che i giocatori capiscano in quale momento va fatta una scelta, un movimento. Ci vuole del tempo a lavorare su concetti, non mi piace il calcio robotico. Siamo giovani e i giovani a volte fanno bene e a volte sbagliano ma così si cresce".

 

 

 

 

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