Pagina 2 | "Chiellini e Barzagli modelli. Per l'Inter devi essere bravo e fortunato, oppure..."

Andrea Stramaccioni, allora allenatore della Primavera nerazzurra che avrebbe vinto scudetto e NextGen Series (la prima Champions giovanile), “Bianco” lo voleva sempre con sé in ritiro, anche da infortunato. Era il capitano. Con lo stesso orgoglio, oggi Matteo Bianchetti porta stretta all’avambraccio un’altra fascia, quella della Cremonese. E domani sera, con i gradi da capitano, entrerà in campo a San Siro proprio contro la sua Inter. Matteo, ai tempi lei aveva 19 anni e già era capitano. Leader quindi si nasce.“Eh, bella domanda... Io cerco di essere sempre un punto di riferimento per i miei compagni, soprattutto in campo, e mi metto a loro disposizione anche fuori per qualsiasi cosa. Per questo vengo preso da esempio, ma a me viene naturale comportarmi così”. Qual è il ricordo più bello di quell’avventura? “Sicuramente il percorso, perché partimmo con una sconfitta per 7-1 con il Tottenham che ci fece capire quale fosse il livello del calcio internazionale anche nelle giovanili. Quella batosta è stata il fulcro su cui è nata una stagione indimenticabile perché vincemmo pure lo scudetto”. 

Bianchetti e il rimpianto Inter

Nessuno tra i ragazzi di quel gruppo è riuscito a far carriera all’Inter. Perché era ed è tanto difficile per un giovane italiano fare strada in una grande? 

“Perché, una volta uscito dalla Primavera, devi passare per dei prestiti in cui devi essere bravo e fortunato a metterti in mostra per poi ritornare alla base a giocartela. E perché in un club come l’Inter il livello è davvero molto alto. Infine perché, rispetto all’estero, c’è un po’ poco coraggio nel dare l’opportunità, è una questione culturale: qui i giovani vengono mandati a giocare qualche anno anziché provare a tenerseli in rosa”.  

Non aver mai esordito in prima squadra è il rimpianto più grande? 

“Spiace perché sin da ragazzino tifavo Inter e sarebbe stato il mio sogno. In più ci speravo perché per sei mesi mi sono allenato in prima squadra. Purtroppo il sogno è rimasto tale ma solo aver avuto la possibilità di allenarmi con tutti quei campioni è stato bellissimo e molto formativo. Certo l’esordio sarebbe stata la perfetta conclusione di quel cerchio”.  

A San Siro arrivate a pari punti dell’Inter: che effetto fa vedere la classifica? 

“È stupendo perché ti dà la possibilità di lavorare molto meglio. Quando riesci a portare a casa punti contro tutti trovi grande consapevolezza: non ce l’aspettavamo di essere così in alto ma, nel contempo, sappiamo che è passato solo un mese dall’inizio della stagione e anche noi possiamo miglioare tanto. Certo, nove punti dopo cinque giornate sono un ottimo bottino”. 

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"Tornati in A con grande sacrificio"

Già: nell’ultima stagione in A, la Cremonese arrivò a 9 punti dopo 23 partite... 
“Tra l’altro, di quel gruppo, sono rimasto soltanto io qui... - e giù una risata - Dal punto di vista psicologico è stata durissima perché di buone prestazioni ne avevamo anche fatte, portando però a casa pochissimi punti. Dopo siamo entrati in un vortice da cui è stato difficile uscire per una neopromossa, per di più con tantissimi stranieri in squadra. Quest’anno siamo partiti vincendo e questo fa tutta la differenza del mondo, ma in più abbiamo costruito da subito un gruppo forte e questo ci sta dando una grandissima mano perché in campo lavoriamo da squadra”.  

Che voto sarebbe disposto a fare per la salvezza? 

“Non sono molto per queste cose, ma sarebbe una cosa fantastica perché siamo siamo tornati in A con tanto sacrificio, abbiamo dovuto pure digerire una finale persa ai playoff mentre l’anno scorso, dopo essere partiti male, abbiamo chiuso in modo straordinario”. 

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"Vardy si farà conoscere"

La proprietà ha scelto Davide Nicola che è un po’ il “Conte delle piccole” per le tante imprese ottenute. Quanto è importante averlo come allenatore? 
“Lui è un fattore per quello che ci ha trasmesso in questi mesi, in campo e fuori. E vedendolo ho capito perché è riuscito a fare tutte quelle imprese”. 

Si spieghi. 

“Nicola ha una grandissima capacità a livello comunicativo: riesce a trasmettere a ognuno di noi quello che lui vuole, a far sentire ogni giocatore importante all’interno del gruppo e a farci sentire forti come gruppo. Tutto questo si vede in partita, dove giochiamo con coraggio anche contro squadre più forti. E i risultati arrivano per questo”. 

Com’è Vardy visto da vicino? 

“Anche io mi sono gasato quando ho letto che sarebbe arrivato a Cremona perché è un giocatore di livello internazionale che ha fatto la storia con una squadra medio-piccola in Inghilterra. Sicuramente si farà conoscere e apprezzare in campo appena starà bene”. 

Se le propongo un paragone tra Cremonese e Leicester...  

"No, non si può fare: loro hanno compiuto un’impresa irripetibile, mentre il nostro scudetto è la salvezza. Poi tutto quello che verrà, se verrà, sarà bellissimo”. 

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"Chiellini e Barzagli tra i miei modelli"

Qual era il suo modello? 
Chiellini, Barzagli e oggi Bastoni, anche se è più piccolo di me... Da tanti cerco e ho cercato di imparare qualcosa”. 

L’avversario più difficile da marcare? 

“L’Higuain di Napoli era stratosferico, lo stesso Lautaro. E se ricordo la mia seconda da titolare in A contro la Juve di Tevez...”. 

Se non avesse fatto il calciatore? 

“Da piccolino dicevo che mi sarebbe piaciuto fare il vigile del fuoco, mentre adesso, se non avessi giocato a calcio, mi sarebbe piaciuto fare architettura”. 

Matteo, dica la verità: un po’ ci sta pensando al fatto che domani entrerà in campo a San Siro da capitano contro la sua Inter? 

“È già stato bello col Milan, lo sarà ancora di più stavolta perché quello è il mio primo stadio e tornarci dopo 14 anni, per di più da capitano (Bianchetti portò la fascia pure il 30 agosto 2022, ma solo perché non giocò Ciofani, ndr), fa effetto visto che in mezzo c’è stata tutta una carriera passata tra momenti bellissimi e altri difficili. Sarà un po’ la chiusura di un cerchio”. 

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"Tornati in A con grande sacrificio"

Già: nell’ultima stagione in A, la Cremonese arrivò a 9 punti dopo 23 partite... 
“Tra l’altro, di quel gruppo, sono rimasto soltanto io qui... - e giù una risata - Dal punto di vista psicologico è stata durissima perché di buone prestazioni ne avevamo anche fatte, portando però a casa pochissimi punti. Dopo siamo entrati in un vortice da cui è stato difficile uscire per una neopromossa, per di più con tantissimi stranieri in squadra. Quest’anno siamo partiti vincendo e questo fa tutta la differenza del mondo, ma in più abbiamo costruito da subito un gruppo forte e questo ci sta dando una grandissima mano perché in campo lavoriamo da squadra”.  

Che voto sarebbe disposto a fare per la salvezza? 

“Non sono molto per queste cose, ma sarebbe una cosa fantastica perché siamo siamo tornati in A con tanto sacrificio, abbiamo dovuto pure digerire una finale persa ai playoff mentre l’anno scorso, dopo essere partiti male, abbiamo chiuso in modo straordinario”. 

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