Quando Rocco Commisso parla con i fatti

Quando Rocco Commisso parla con i fatti© Marco Canoniero/sync

BAGNO A RIPOLI - Nel quindicesimo mese della pandemia che ha devastato anche i bilanci della Serie A, il signore a nome Rocco Commisso, nato a Marina di Gioiosa Jonica il 25 novembre 1949, emigrato negli Stati Uniti dove ha fondato Mediacom, quinta azienda fornitrice di tv via cavo negli USA, fatturato di 2 miliardi di dollari nel 2020, 4.500 dipendenti, 1 milione e mezzo di clienti in 23 stati americani, dopo avere già speso 220 milioni in due anni per la Fiorentina, investe 85 (ottantacinque) milioni di euro per costruire il Viola Park. Il cantiere con undici gru marcia spedito alle porte di Firenze, nello splendido scenario naturale di Bagno a Ripoli. Se oggi il Tar non mette i bastoni fra le ruote all’amministrazione comunale, nel settembre dell’anno prossimo la società toscana presenterà al mondo un centro sportivo di straordinaria bellezza e di eccezionale funzionalità. I lavori sono in corso e la passione che ci mettono gli operai, i tecnici, i muratori ti dà un’idea di che cosa rappresenti quest’opera per Commisso; per suo figlio Joseph; per Joe Barone; per Alessandro Ferrari, il capo della comunicazione, per l’architetto Marco Casamonti, che fra le sue molteplici imprese ha firmato anche le spettacolari Cantine Antinori. Qui, ora, Casamonti ti spiega passo dopo passo che cosa stia nascendo in un’area vastissima; quali siano gli ostacoli burocratico-archeologici-amministrativi disseminati sul cammino fra permessi, autorizzazioni, paletti e tombe romane; quanto il rispetto dell’ambiente e la sua sostenibilità siano fondamentali per arrivare al traguardo.

Rocco segue, ascolta, guarda, spiega. Soprattutto, parla con i fatti e Dio solo sa quanto i fatti possano schiacciare le parole. Anche quelle ingenerose, grossolane, addirittura volgari che gli sono volate addosso e ne hanno scatenato l’ira. Che la stagione sia stata sportivamente amara, il primo a riconoscerlo è il presidente, ma anche le annate no rientrano nel percorso di crescita di un club da Commisso acquistato ventitrè mesi fa, con la ferma intenzione di riportarlo all’onor del mondo. Parli con lui e ricavi l’impressione di un signore intenzionato a lasciare il segno a Firenze, da troppi anni sull’ottovolante dell’illusione di ciò che poteva essere e non è stato. Da troppo tempo prigioniera dei lacci e dei lacciuoli che avviluppano lo stadio Franchi. Fast! Fast! Fast! invocava Rocco, ma la formula non funziona quando la politica e la burocrazia murano i progetti, tarpano le ali alle ambizioni e ci vuole così tanta pazienza per andare avanti che, al confronto, Giobbe è un nevrastenico. Era il 19 settembre 2008 quando, al Four Seasons di Firenze, Diego Della Valle presentò il progetto dell’impianto dei sogni, capienza 40-50 mila posti, con un museo d’arte moderna, un hotel, un centro commerciale. «Sarà l’Eurodisney del calcio, perché - spiegò il Signor Tod’s - per essere grandi, per raggiungere livelli importanti con la Fiorentina ci vogliono idee così. Ora il mondo politico ci dia una mano». Si è visto. Sono passati quasi tredici anni. A Bagno a Ripoli, Commisso la mano se l’è data da solo. Anzi se n’è date due. Si vede.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...