Italiano: "Vogliamo la Conference per noi, Commisso, Barone e... il Torino!"

Il tecnico della Fiorentina, insieme a capitan Biraghi e Jack Bonaventura, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale con l'Olympiacos: le dichiarazioni

ATENE (Grecia) - "Noi siamo forti, lo è anche l'Olympiacos. Un po' di esperienza ce l'abbiamo e dobbiamo sfruttarla domani. Sto vivendo una grande attesa. Per noi è una rivincita e non era scontato riuscire ad avere la possibilità di prendercela. Siamo stati bravi a tornare in finale. Ora non dobbiamo commettere errori ed essere concreti, come richiede una finale. Dobbiamo giocare col fuoco dentro. Stavolta vogliamo che finisca in maniera diversa rispetto a Praga. Sarà una partita tosta". Sono le parole, nella conferenza stampa organizzata ad Atene alla vigilia della finale di Conference League tra la Fiorentina e l'Olympiacos in programma all'OPAP Arena, del tecnico viola Vincenzo Italiano: "Non ci aspettavamo di ritrovare Dodo in queste condizioni. Ci ha garantito prestazioni di grande livello da quando è tornato al top della forma. Sta bene, nel ritorno della semifinale a Bruges ha giocato una grande partita. Averlo recuperato è importante. A destra abbiamo anche Kayode e Faraoni. Siamo messi bene. Fioretto in caso di vittoria? Non ci ho pensato, lo farò adesso. Se dovesse capitare, poi ci inventeremo qualcosa. Potremmo regalare all'Italia una nona squadra in Europa? Abbiamo anche questa 'responsabilità' in più, sarebbe spettacolare. Da quando seguo il calcio non è mai successo... Possiamo dare questa gioia al Torino e cercheremo, oltre che per noi e la Fiorentina, di andare forte per dare un'altra squadra in Europa al calcio italiano. Giocare queste partite è sempre bello, me ne sono accorto, cercheremo di far felici gli amici di Torino".

Sull'Olympiacos, El Kaabi e Mendilibar

"In questi tre anni ho sempre detto che l'identità non la dobbiamo mai perdere. A maggior ragione in queste partite dobbiamo dimostrare il nostro credo calcistico al netto degli adattamenti necessari per giocare una finale. Massima attenzione su ogni singola situazione, massima concentrazione per ogni tipo di eventuale pericolo. Non c'è tempo per replicare. Serve furore agonistico. La partita è troppo importante. Come fermeremo El Kaabi? Ci siamo portati dietro dei lucchetti (ride, ndr). Scherzi a parte, sappiamo che arriva con grande autostima. Sia lui che la squadra hanno fatto un grande lavoro, un grande percorso. Nelle ultime partite l'Olympiacos ha battuto l'Aston Villa, che era una delle favorite alla vittoria finale. Sappiamo che è uno dei punti di forza dei nostri avversari e abbiamo cercato di preparare degli aspetti tattici che possono limitarlo. Non sapevo che l'Olympiacos avesse già vinto in questo campo, ma quando si scende in campo ci si dimentica di tutto. Lo stadio sarà diviso al cinquanta per cento e anche se loro giocano nella città in cui vivono, questa cosa non influirà. Non hanno viaggiato come noi, ma al momento che si scende in campo tutto questo non conterà. Vincerà chi avrà più fuoco dentro. Mendilibar? Col nuovo allenatore hanno trovato la quadra: avevano problemi, era il terzo allenatore e con lui hanno messo a posto tutto, andando forte in Europa e battendo avversari di grandissimo livello. Abbiamo visto una squadra organizzata, che sa dare pressione e giocare sotto la linea della palla, attaccando diretto. Hanno giocatori esperti, di qualità, di valore e di talento. Già che siano in finale determina il valore, è la carta d'identità. Quello che ci fa più paura è l'entusiasmo, per metterli in difficoltà dobbiamo saper creare tanto ed essere concreti per fare male a una squadra che possiamo mettere in difficoltà. I rigori li abbiamo provati, ci siamo fermati perché può essere una possibilità. Ne abbiamo tanti con la personalità per batterli, ai rigori abbiamo passato due turni di Coppa Italia mentre in campionato alcuni li abbiamo sbagliati e per questo forse non siamo in una posizione diversa. Vediamo come andrà", prosegue Italiano.

Sull'esperienza alla Fiorentina

"Cosa mi ha detto Commisso? Il presidente è carico come sempre, non è come me che soffro i viaggi in aereo: si fa 16-17 ore e arriva carico, sereno e sorridente. Sempre un piacere vedere lui e la moglie, oggi appena arrivato ha fatto il discorso alla squadra. Trasmette la fiducia che serve per questi impegni così difficili e non devo aggiungere il fatto che domani in campo qualche goccia di sudore va buttata per lui, per la sua famiglia, per Joe Barone e la famiglia di Joe. Per quanto vissuto negli ultimi mesi: questa tragedia non ce la meritavamo, il presidente e la Fiorentina non meritavano momenti tanto brutti come perdere un amico. Nello spogliatoio ci sono già le immagini di Joe e del presidente. Rimpianti per come sono andati i campionati questi tre anni? Neanche ci pensavo al campionato... Però vuoi o non vuoi il percorso in Europa qualcosa ti toglie. Cerchiamo di ruotare tutti e avere gente fresca, di fare rotazioni, ma qualcosina ti toglie. Quella concentrazione avuta in Europa ogni tanto ci è mancata. Però alla fine secondo me non abbiamo fatto così male in Serie A, con un settimo posto e due volte ottavi, arrivando sempre in Europa. Tutti volevamo di più e non ci siamo riusciti, ma una doppia finale europea rimane motivo di grandissima soddisfazione. In coppa abbiamo trovato strategie diverse, specie sulla seconda gara, per fare le strategie che volevamo. Questo ci ha permesso di arrivare alle due finali. Per me tra Serie A, Conference e Coppa Italia, aggiungendo anche la Supercoppa, il nostro cammino è più che positivo. Quando sono arrivato a Firenze pensare di presentarmi per due anni consecutivi di fronte a una platea del genere non era neanche nell'anticamera del mio cervello, così come arrivare a giocarsi tutte queste finali con il gruppo. Domani abbiamo la possibilità di raggiungere questa gioia che rincorriamo da tempo. Ho pensato di salutare la Fiorentina con un trofeo? Ci ho provato, mi sono concentrato qualche notte a sognare i ragazzi che alzano il trofeo. Ma non ci sono mai riuscito: significa che o è la realtà o sarà un sogno. Possibilità che lavori in Grecia l'anno prossimo? Non ci ho mai pensato... In futuro può accadere qualsiasi cosa. Sono giovane, ancora, uno degli allenatori più bravi di Italia ha smesso a 72 anni (Ranieri, ndr), io ne ho ancora 46", aggiunge Italiano.

Sul futuro

Accanto al tecnico della Viola, in conferenza stampa c'è anche il capitano Cristiano Biraghi: "Non ho mai pensato se Italiano ci sarà o no dopo la fine di questa stagione. Non sto tergiversando, sto solo dicendo che non c'è stato il tempo per pensare. Quando il mister comunicherà la sua decisione vi dirò ciò che penso. Se la scelta fosse di andare via ci dispiacerebbe tantissimo. Tra noi c'è un bellissimo rapporto. Quello che ha fatto per noi in questi tre anni è sotto gli occhi di tutti ma, davvero, non è il momento di parlarne". Sul futuro del tecnico della Fiorentina si esprime anche il diretto interessato: "Ha ragione Biraghi, non è il momento di distrarsi. Se potrei restare vincendo la Coppa? Davvero, il telefono spesso è spento o spesso in silenzioso e non mi interessa ascoltare niente. Siccome la semifinale non l'abbiamo giocata da tanto, dovevo solo concentrarmi su tutte le partite importanti. Il calcio è strano e certezze ne dà zero, pensiamo alla partita poi si valuterà tutto. Secondo me è stato fatto un gran lavoro, ma dal momento in cui siamo di nuovo qui domani dobbiamo cercare di aggiungere qualcosa a questo percorso ottimo, pieno di record, soddisfazioni, semifinali e finali. Nessuno sa quale sarà il futuro in termini di presenze in altre finali, soprattutto europee, quindi domani facciamo di tutto per aggiungere la ciliegina".

Le parole di Biraghi

"La sconfitta di un anno fa? Ci pensi sempre, sono avvenimenti talmente grandi che te li porti dietro tutta la vita. Ora è passato un solo anno e la cosa è fresca... L'amarezza è talmente tanta che nei momenti di gioia, come quelli negativi, vuoi condividere con chi ti segue in tutto il percorso: i nostri tifosi. C'era amarezza generale, la nostra e di chi era venuto a Praga. Anche se brutto era un momento da condividere con loro. Siamo stati bravi a tornare in finale per il secondo anno, senza mai aver perso: arriviamo con consapevolezza e rispetto dell'avversario, pronti a ribaltare tutte le sensazioni. C'è voglia di rivalsa? Sicuramente, ma c'è da parte di tutti quelli che c'erano lo scorso anno: il mister, i compagni, la società... Vogliamo tutti cambiare un risultato che lo scorso anno non meritavamo. Purtroppo abbiamo fatto qualche errore più del West Ham e siamo stati giustamente puniti. Vogliamo la rivincita e portarci via questo trofeo, per tutto il lavoro fatto in questi tre anni col mister. E per chi purtroppo non c'è più: abbiamo tante motivazioni, ora non resta che arrivi prima possibile la partita. Una. volta che sei qua vuoi giocare subito. Ci sentiamo maturati? La crescita è stata esponenziale e si vede. Abbiamo avuto la fortuna, in un calcio che va talmente veloce, di poter lavorare tre anni con il nostro allenatore e di costruire qualcosa nel tempo. Ce lo diciamo spesso, certi errori del primo anno non li facevamo più, poi ne abbiamo fatti altri e corretti. Non si è mai perfetti, cerchi sempre di arrivarci ma è difficile. Sicuramente dopo tre anni la percezione c'è: abbiamo fatto tre anni spettacolari e anche nel prossimo giocheremo in Europa, seppure non sappiamo quale. Con più di 100 partite in due anni... Sforzi incredibili. Non sarà il risultato di domani a cambiare il pensiero mio e degli altri su questi 3 anni stupendi. Io c'ero anche prima, so dove eravamo e non facevamo queste conferenze. Il campo parla, abbiamo raggiunto obiettivi straordinari. Domani è importante, forse la più importante: siamo noi i primi a voler vincere, sono tre anni che andiamo dietro e studiamo questo trofeo. Questa la miglior Fiorentina? Da quando ci sono io sicuramente è la squadra più completa, con un percorso di maturità e qualità. Dietro c'è una società che investe tempo e denaro", conclude Biraghi.

Le parole di Bonaventura

"Siccome non ho ancora fatto gol ci spero, ma in una finale la cosa più importante è il risultato di squadra: mettiamo da parte gli aspetti personali per vincere. Un trofeo a Firenze sarebbe ancora più bello, qui è più difficile, l'ultima coppa è stata vinta più di 20 anni fa e si sente la voglia dei tifosi. Avevo già notato passione e attaccamento da avversario, quando ho messo questa maglia me ne sono reso conto. Domani avremo una nuova possibilità, speriamo di vincere. Sto bene, nelle ultime partite ho fatto parecchi minuti. Sul mio ruolo di domani ancora non sappiamo neanche chi va in campo, il mister ci dice chi gioca solamente il giorno della partita. La strategia c'è, domani entriamo nel dettaglio dei singoli ma penso che non cambieremo molto. La mancata convocazione da parte di Spalletti? La carriera del calciatore è così, ci sono gioie e dolori, vittorie e sconfitte. Bisogna dimenticare e pensare all'impegno successivo, per noi la partita è questa e c'è voglia di fare bene. Vogliamo ridurre al minimo la percentuale di errore. Avevo avvertito l'entusiasmo e la voglia di fare del presidente, di Barone. Avevano in testa di far crescere la squadra e infatti negli anni sono arrivati diversi giocatori che hanno dato tanto alla Fiorentina. Per il percorso di questi anni credo la squadra sia matura, soprattutto in coppa abbiamo fatto un percorso buono, perché abbiamo giocato consapevoli di essere forti. Questa è sicuramente la Fiorentina più completa da quando sono arrivato", le parole di Giacomo Bonaventura.

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