Fagioli, l’aritmia e la frase di Allegri che non dimentica: “Avevo solo 16 anni”

Il calciatore della Fiorentina ha ripercorso tutta la sua carriera, dai primi calci a un pallone fino all'addio alla Juventus

L'inizio di stagione sottotono, il rilancio con la maglia della Fiorentina. L'anno calcistico di Nicolò Fagioli è stato diviso in due, passato a gennaio dalla Juventus alla Fiorentina. Messo ai margini da Thiago Motta, il centrocampista ha accettato la corte della formazione di Raffaele Palladino, nella quale ha trovato un ruolo da protagonista sin dal primo momento. A raccontare gli ultimi mesi è stato lo stesso calciatore ai microfoni di Sky Sport, ai quali ha concesso una lunga intervista nella quale ha ripercorso tutta la sua carriera: dallo spavento per l'aritmia a soli 18 anni ai consigli di Allegri, fino all'addio ai colori bianconeri.

Fagioli tra Palladino e Spalletti, le sue parole

Fagioli parla del suo momento alla Fiorentina: “Cosa mi chiede Palladino? Dipende in che posizione gioco. Ho cominciato da trequartista facendo due partite lì, ora sto cominciando a giocare a centrocampo. In linea generale, mi chiede di dare il massimo adattandomi nei ruoli in cui gioco, di allenarmi al meglio e di iniziare a far coesione col gruppo, trovando un’intesa coi compagni di squadra e in particolare di centrocampo Il mister è molto giovane, da poco ha smesso di giocare a calcio, perciò in noi vede cose che lui faceva fino a pochi anni fa. Ci parla tanto, nei momenti complicati ti spiega le cose, chiaramente da noi vuole il meglio. Parla singolarmente con tutti, cercando di farti migliorare dopo l’allenamento sulle cose in cui serve crescere: questo l'ho apprezzato molto”. Sull'obiettivo della squadra: "Bisogna puntare in grande, e quindi la Champions League. Siamo tutti consapevoli che è difficile, ci sono diverse squadre che lotteranno per lo stesso obiettivo, ma comunque bisogna puntare in alto. Sappiamo che è complicato, anche arrivare in Europa League sarebbe un grande traguardo. Dal punto di vista personale invece voglio fare benissimo qui, avere continuità cer cando di tornare in Nazionale. Essere venuto qui mi darà la possibilità di mettermi in mostra, provando a tornare in Nazionale: è il mio obiettivo più grande”. Recentemente proprio il ct Luciano Spalletti non ha lesinato elogi per Fagioli: "In primis Ringrazio mister Spalletti per le sue parole parole. Credo sia il sogno di tutti fin da bambini diventare un punto fermo dell'Italia. Io ci credo e ci spero, lavoro molto e continuerò a farlo per raggiungere questo obiettivo”.

 

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Fagioli e il rapporto con Moise Kean: vecchi amici bianconeri

Alla Fiorentina Fagioli ha ritrovato anche Kean, dopo aver condiviso per anni la maglia della Juve. E proprio il centravanti, in viola, sembra essere rinato: "Veniva da un momento un po' complicato giocando di meno. È arrivato qui facendolo alla grande, confermandosi un grande giocatore, come ha sempre dimostrato di essere. Sono davvero felice per lui, è un amico. Abbiamo trascorso molti anni insieme, sta facendo una stagione straordinaria”. Fagioli rivela come anche Kean sia stato decisivo per il suo approdo a Firenze: "Sicuramente c'è stato anche il suo zampino per la scelta di arrivare qui. Mi ha fatto due o tre chiamate, convincendomi: mi ha parlato benissimo  sia della città che della squadra e dei compagni, oltre che della società. Se sono arrivato qui è anche merito”. Olte Kean chi lo ha impressionato di più dal suo arrivo a Firenze? Fagioli decide di glissare: “Non mi piace fare i nomi di singoli calciatori. Credo ci sia gruppo straordinario, che ha accolto sia me che gli altri nuovi arrivi in maniera incredibile, e credo che questa sia la cosa più importante. Chiaramente i giocatori sono tutti forti. Serve uscire da questo momento un po' complicato tutti insieme, ricominciando per raggiungere gli obiettivi prefissati".

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Fagioli tra i primi passi e l'aritmia a 18 anni

Fagioli, durante la sua intervista, ripercorre i suoi inizi nel calcio: “Ho cominciato a 4-5 anni nella squadra di Piacenza dove giocava mio fratello, lì ha avuto inizio quella passione che mi ha portato sin qua". Poi la Cremonese a 10 anni, dai 14 invece la Juve, separandosi da casa in tenera età: "È stato un po' complicato: lasciare la famiglia a 14 anni è sempre difficile. Ma devo dire che in convitto alla Juve sono stato davvero bene fin da subito: è stata una fortuna, andare via di casa non è mi semplice. Però è un'esperienza che rifarei 1000 volte".
A 18 anni uno stop a causa di un problema di aritmia: "Non è stato un momento così tanto difficile essend durato soltanto un mesetto e mezzo.Sono stato lontano dai campi di calcio per 2-3 mesi in tutto. Si trattava di un problema che avevo fin da piccolo, e che non sono mai riuscito a risolvere fino ai 18 anni. Fortunatamente, grazie ai medici, sono riuscito a mettermelo alle spalle. Da quel momento in poi non ho avuto nessuna ricaduta".

Nonostante abbia solo 24 anni, Fagioli ha dovuto mettere alle spalle già più di uno stop: “Sì, ho avuto qualche momento difficile nella mia carriera: grazie al sostegno dei miei familiari ne sono sempre uscito alla grande. A loro devo tutto, sono le persone che mi più mi hanno aiutato. Poi credo che bisogna sapersi lasciare tutto alle spalle, ripartendo senza pensarci e dando il massimo. In campo, gara dopo gara, ma anche nella vita di tutti i giorni".

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Fagioli, l'arrivo alla Juve e le parole di Allegri

Fagioli cominciò prestissimo ad allenarsi con la prima squadra bianconera. Di lui Allegri disse "Vedere giocare quel ragazzo è un piacere perché conosce il calcio". Ma come visse Fagioli quel momento? “Quando Allegri disse quella frase io ero un 16enne, ero appena stato in tournée in America con la prima squadra. Fu un momento stupendo, un complimento bellissimo. Poi è chiaro che ciò che dice di te il tecnico va dimostrato in campo: lo presi come un complimento, provando a non caricarmi troppo di pressioni o altro".

Sul suo ruolo in campo, Allegri riteneva fosse perfetto come regista un centrocampo a 2 o come mezzala in una mediana a 3: “Ringrazio il mister Allegri per le sue parole. Credo di trovarmi molto bene in un centrocampo a 3 davanti la difesa, ma anche in una linea a 2 mi sono sempre adattato bene sia nell'U23 della Juve che in B con la Cremonese. Mi sono sempre trovato bene sia a 2 che a 3 davanti alla difesa”. Su chi è il calciatore che maggiormente rappresenta per lui fonte di ispirazioni, non c'è dubbio: “Il giocatore che mi piace di più è Modric, gioca nel mio ruolo. Ho avuto la fortuna di incontrarlo la scorsa estate con l'Italia,  emozione grandissima.È una persona fantastica, umile, oltre a avere un talento sconfinato. Gli auguro il meglio per gli ultimi anni di carriera, mi auguro possa smettere il più tardi possibile: è davvero bello vederlo giocare”.

 

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L'inizio di stagione sottotono, il rilancio con la maglia della Fiorentina. L'anno calcistico di Nicolò Fagioli è stato diviso in due, passato a gennaio dalla Juventus alla Fiorentina. Messo ai margini da Thiago Motta, il centrocampista ha accettato la corte della formazione di Raffaele Palladino, nella quale ha trovato un ruolo da protagonista sin dal primo momento. A raccontare gli ultimi mesi è stato lo stesso calciatore ai microfoni di Sky Sport, ai quali ha concesso una lunga intervista nella quale ha ripercorso tutta la sua carriera: dallo spavento per l'aritmia a soli 18 anni ai consigli di Allegri, fino all'addio ai colori bianconeri.

Fagioli tra Palladino e Spalletti, le sue parole

Fagioli parla del suo momento alla Fiorentina: “Cosa mi chiede Palladino? Dipende in che posizione gioco. Ho cominciato da trequartista facendo due partite lì, ora sto cominciando a giocare a centrocampo. In linea generale, mi chiede di dare il massimo adattandomi nei ruoli in cui gioco, di allenarmi al meglio e di iniziare a far coesione col gruppo, trovando un’intesa coi compagni di squadra e in particolare di centrocampo Il mister è molto giovane, da poco ha smesso di giocare a calcio, perciò in noi vede cose che lui faceva fino a pochi anni fa. Ci parla tanto, nei momenti complicati ti spiega le cose, chiaramente da noi vuole il meglio. Parla singolarmente con tutti, cercando di farti migliorare dopo l’allenamento sulle cose in cui serve crescere: questo l'ho apprezzato molto”. Sull'obiettivo della squadra: "Bisogna puntare in grande, e quindi la Champions League. Siamo tutti consapevoli che è difficile, ci sono diverse squadre che lotteranno per lo stesso obiettivo, ma comunque bisogna puntare in alto. Sappiamo che è complicato, anche arrivare in Europa League sarebbe un grande traguardo. Dal punto di vista personale invece voglio fare benissimo qui, avere continuità cer cando di tornare in Nazionale. Essere venuto qui mi darà la possibilità di mettermi in mostra, provando a tornare in Nazionale: è il mio obiettivo più grande”. Recentemente proprio il ct Luciano Spalletti non ha lesinato elogi per Fagioli: "In primis Ringrazio mister Spalletti per le sue parole parole. Credo sia il sogno di tutti fin da bambini diventare un punto fermo dell'Italia. Io ci credo e ci spero, lavoro molto e continuerò a farlo per raggiungere questo obiettivo”.

 

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