© Getty Images
GENOVA - Il pareggio di Verona è qualcosa di più dello 0-0 finale. E’ un punto per ripartire. Conquistato con sacrificio e sofferenza da chi non giocava da mesi, da chi aveva appena sconfitto il virus, da chi si è trovato in campo quasi senza mai essersi allenato con compagni appena arrivati. Con tutti i complimenti del caso per una squadra reduce da settimane difficili e a tutt’oggi ben lontano dall’essere tornata alla normalità. Ma il campionato non si ferma mai e per il Genoa è già tempo di pensare alla prossima sfida. Perché sabato al Ferraris arriva l’Inter di Antonio Conte. Una gara che darà il via a un tour de force durissimo, non tanto per gli avversari in sé, comunque impegnativi, quanto per il fatto che ad affrontarlo sarà una squadra reduce da venti giorni senza un allenamento di gruppo e con 13 giocatori rimasti a casa lunedì tra chi era infortunato, chi ancora positivo e chi, appena tornato negativo, è ben lontano da una forma ottimale. In questa situazione, con alcuni giocatori che, calcisticamente, a malapena si conoscevano, gli uomini di Maran hanno saputo strappare un pareggio a reti bianche al Bentegodi. Ma il futuro è chiaro: da sabato prossimo in 16 giorni il Grifone scenderà in campo 5 volte. L’Inter, poi il Catanzaro in Coppa Italia, il derby, il recupero con il Torino e l’8 novembre la Roma.