Genoa, Preziosi: "Superlega non attuabile in Italia. Calciatori troppo divi"

Il numero uno del Grifone: "L'ingresso dei fondi? L'intrattenimento è il miglior business, si punta sulla ripresa che ci sarà quando il covid finirà. Se cedo il club? Aspettate qualche settimana..."
Genoa, Preziosi: "Superlega non attuabile in Italia. Calciatori troppo divi"© www.imagephotoagency.it

GENOVA - Il presidente del Genoa Enrico Preziosi, ai microfoni di Rai Radio 2, ha parlato di molti temi legati all'impatto del covid sul mondo del calcio: "Dal punto di vista economico è un disastro, al di là di quello che può essere il supporto del pubblico che a noi parla tantissimo, c'è una questione di crisi generale, anche le aziende che ci sono dietro alle squadre sono in sofferenza. In questo momento qui, sponsorizzare senza pubblico, con la tv che in qualche maniera è in difficoltà - con Sky abbiamo ancora una causa aperta - è una situazione difficile. In un momento di questo tipo, non è che i giocatori sono esclusi da questo tipo di intervento. I costi per noi sono fissi, le entrate non ci sono ed è evidente che questo crea dei problemi, anche a grandi società che dal pubblico riceve e dagli sponsor ricevono grosse quantità di denaro. Il sistema è in difficoltà, bisogna cercare una soluzione. Bisogna capire se differire o non differire, ridurre un pochino, fare un sacrificio: ripeto, i giocatori non sono spettatori, il carrozzone è composto da tutti".

Sul fondo che gestirà i diritti tv: "Se noi dovessimo pensare al momento attuale, abbiamo avuto una scoppola importante. Non si può importante di valutare il fondo in questo momento, i fondi pensano a lungo termine. Se pensassimo solo al presente dovremmo chiuderci in una stanza e piangere. Come impresa, dobbiamo pensare a quello che accadrà in futuro. L'intrattenimento è il miglior business al mondo, chi investe in questo settore lo fa perché pensa che il covid sarà sconfitto (come speriamo tutti), e che dopo ci sarà una ripresa e grande entusiasmo. Decreto crescita? Mi sono lamentato un pochino: capisco che la salute delle persone è al primo posto, però penso che se il governo mi impedisce di avere dei ricavi, quando parla di ristoro non può parlare solo di uno slittamento delle tasse. va bene, ci solleva un attimo, ma la mancata entrata non è stata sostituita in nessun modo, quindi sarei cauto nell'usare questo termine".

Sulla Superlega: "Escludere alcune società, città o regioni per realizzare la superlega è qualcosa di impossibile da attuare in Italia. Non rientra nello spirito con cui gli italiani vivono il calcio". Sulle difficoltà per il Genoa a lottare contro club molto più ricchi: "Negli ultimi anni abbiamo sempre tribolato, le diffcoltà non sono solo economiche. Il problema è che noi non pensiamo mai pensare di competere con i grandi gruppi, ma sono queste le società che hanno le maggiori difficoltà, si veda con Roma, Inter, Milan. Se passo la mano? (Ride, ndr). Sono stato molto chiaro, spero che ci sia qualcuno in grado di offrire garanzie maggiori di me. Si fanno un sacco di sacrifici per tenere la squadra in Serie A, pochi lo sanno. C'è sempre un momento per iniziare e uno per finire, ma la domanda è a chi lasci: ho avuto interlocutori poco credibili, però tra qualche settimana spero che possa esserci una trattativa che ci dia soddisfazione. Strootman? Siamo sulla strada per chiudere, mancano solo le visite, sono particolarmente soddisfatto perché conosco l'uomo". Sulle rose troppo ampie e il troppo lusso del calcio attuale: "Trent'anni fa la situazione era completamente diversa. Poi i principi che regolano i contratti tra giocatori e squadra sono cambiati tantissimo. Un tempo si poteva piazzare un giocatore in esubero senza che lui si opponesse, ora un giocatore se gli fa comodo rispettare un contratto lo rispetta, altrimenti spienge per farsi cedere. Noi dovremmo avere una rosa di 18 giocatori e 6 giovani, e invece ci troviamo con una rosa di oltre trenta giocatori. Poi i calciatori hanno preso a modello i divi. Se si continua a questa maniera, non penso che possa durare molto".

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