Genoa, 130 anni di storia che sono leggenda: festa enorme in città

Tifoseria in delirio per gli interventi di Milito, Skuhravy, Aguilera, Branco e la figlia di Signorini. L’ad Blazquez: «Al lavoro per diventare un top club europeo»

GENOVAIl Genoa festeggia i suoi primi 130 anni, non si dimentica della sua storia ma guarda con orgoglio e passione al futuro. Un anniversario tondo che coincide col ritorno in Serie A dopo un solo anno di purgatorio per il club rossobù che - al netto di una partenza in campionato luci e ombre - non nasconde grandi ambizioni.

«Siamo fortunati a essere qui in questo anno speciale e di essere in Serie A dove dobbiamo restare sempre. Sono felice di far parte di questa storia. E' un club meraviglioso. Abbiamo migliorato l'immagine del Genoa? Non siamo ancora dove vogliamo arrivare ma è vero che adesso c'è maggiore disponibilità dei calciatori anche importanti a venire a giocare con noi. Il nostro obiettivo è diventare un top club in Italia e in Europa» dice a chiare lettere Andres Blazquez, amministratore delegato del Genoa. Il dirigente tra l'altro aveva chiesto in estate ai tifosi di superare quota 25 mila abbonamenti ed è stato più che accontentato dalle 27.777 tessere staccate dal pubblico rossoblù. «Ora mi prendono un po' in giro perché sono stato troppo basso nella previsione - sorride Blazquez - ma non sono sorpreso dalla nostra gente, che ringrazio ancora. Ora il nostro obiettivo è quello di fare bene per loro».

Genoa, i protagonisti della festa

Ogni volta che arriva il 7 settembre è un po' come un Natale per il Genoa: un anniversario sempre festeggiato con passione ed entusiasmo per ricordare non solo la nascita del club rossoblù da radici inglesi nel 1893 ma anche la nascita del calcio in Italia. Dopo la festa dei tifosi e lo spettacolo pirotecnico di mercoledì notte - con l'enorme scritta "Genoa" lungo la centralissima via XX Settembre - ieri sera lo spettacolo organizzato dalla stessa società (con la partecipazione della prima squadra e di tutte le leve) è andato in scena al Porto Antico. Tantissimi tifosi tra cori e bandiere, tanta musica - da Francesco Baccini a Bresh - e molte sorprese. Grande emozione per la presenza sul palco di Benedetta Signorini, figlia dell'indimenticato capitano rossoblù Gianluca Signorini stroncato ormai oltre 20 anni fa dalla terribile Sla.

Da Skuhravy a Branco, gli eroi rossoblù

E poi i tanti videomessaggi degli ex calciatori del Grifone: tra i più acclamati quelli di Aguilera, Skuhravy e Branco, altri grandi protagonisti del Genoa di inizio anni 90 che - con Bagnoli in panchina - centrò il quarto posto e poi la successiva semifinale di Coppa Uefa. Un messaggio dall'Argentina da parte di Mauro Boselli, una meteora rossoblù rimasta però nella storia per un gol pesantissimo nel derby che mandò i cugini della Sampdoria in B nel 2011. A proposito di stracittadine vinte, sempre dall'Argentina anche il collegamento in diretta con Diego Alberto Milito, che prima di diventare l'eroe dell'Inter del triplete nel 2010 è stato anche una grande stella del Grifone. «Sapete che vi voglio tanto bene. Il Genoa è un club che resterà per sempre nel mio cuore. Sarò sempre grato al Genoa, sono orgoglioso di aver indossato la maglia del club più antico d'Italia. Sarò sempre in debito coi tifosi, il loro affetto è sempre stato superiore a quello che ho dato in campo. Il ricordo più bello di sicuro sono i due derby vinti, la stagione 2008-09 fu straordinaria. Ho ancora qui la maglia di quella giornata» sorride lo stesso Milito che mostra il segno "3" con la mano, ricordando la sua esultanza dopo la tripletta alla Samp in quella stracittadina di ritorno.

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Le parole di Zangrillo

Il Genoa oggi deve pensare - da neopromossa - in primis alla salvezza. E però gli acquisti anche di rilievo non sono mancati nell’ultimo mercato (da Retegui a Malinovskyi, da Messias a Thorsby) per una squadra e una società che non si nascondono. «Europa? Io ho detto che fa parte del programma di sviluppo sportivo della società quello di stare stabilmente in Serie A e quindi anche di poterci affacciare a competizioni europee, una cosa che Genova e la Liguria meritano - dice il presidente rossoblù Alberto Zangrillo a Radio Sportiva - oggi però l’obiettivo è quello di raggiungere una tranquilla salvezza, con la consapevolezza di aver fatto il massimo per non deludere i tifosi».

Così Zangrillo su Gilardino

Una battuta di Zangrillo anche sul tecnico Gilardino che ha avuto il grande merito di riportare il Genoa in Serie A: «Un allenatore esordiente in Serie A? Il mondo del calcio è sempre una scommessa come dice il mio grande amico Galliani. Un mondo che non risponde sempre alle regole della logica. Gilardino è una persona seria, umile, sa comunicare e ha un grande carisma. Retegui il grande regalo che ci siamo fatti? Non voglio caricare di troppe responsabilità il giovane Mateo, ci siamo fatti anche altri regali ma la cosa più importante è stata quella di mantenere l’ossatura di squadra che ci ha permesso di tornare in A. I risultati sinora e la beffa per la sconfitta col Torino? Il calendario ci aveva un po’ spaventato, avevamo messo in conto che sarebbe stata dura. Ora non bisogna mettere pressione alla squadra. Richiamo tutti a calma ed equilibrio». Un Genoa che guarda al campo ma anche a futuri investimenti legati allo stadio e al campo di allenamento. «Stiamo lavorando sullo stadio e sul centro sportivo - dice Zangrillo - ci sono però due problemi. Anzitutto l’orografia del territorio ligure. Non siamo nella pianura padana e gli spazi vanno trovati. Altro problema è che per muovere un mattone in Italia si fa fatica. Avere uno stadio di proprietà in Italia non è una cosa facile come vorremmo. Dobbiamo dialogare con le istituzioni in modo costruttivo».

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GENOVAIl Genoa festeggia i suoi primi 130 anni, non si dimentica della sua storia ma guarda con orgoglio e passione al futuro. Un anniversario tondo che coincide col ritorno in Serie A dopo un solo anno di purgatorio per il club rossobù che - al netto di una partenza in campionato luci e ombre - non nasconde grandi ambizioni.

«Siamo fortunati a essere qui in questo anno speciale e di essere in Serie A dove dobbiamo restare sempre. Sono felice di far parte di questa storia. E' un club meraviglioso. Abbiamo migliorato l'immagine del Genoa? Non siamo ancora dove vogliamo arrivare ma è vero che adesso c'è maggiore disponibilità dei calciatori anche importanti a venire a giocare con noi. Il nostro obiettivo è diventare un top club in Italia e in Europa» dice a chiare lettere Andres Blazquez, amministratore delegato del Genoa. Il dirigente tra l'altro aveva chiesto in estate ai tifosi di superare quota 25 mila abbonamenti ed è stato più che accontentato dalle 27.777 tessere staccate dal pubblico rossoblù. «Ora mi prendono un po' in giro perché sono stato troppo basso nella previsione - sorride Blazquez - ma non sono sorpreso dalla nostra gente, che ringrazio ancora. Ora il nostro obiettivo è quello di fare bene per loro».

Genoa, i protagonisti della festa

Ogni volta che arriva il 7 settembre è un po' come un Natale per il Genoa: un anniversario sempre festeggiato con passione ed entusiasmo per ricordare non solo la nascita del club rossoblù da radici inglesi nel 1893 ma anche la nascita del calcio in Italia. Dopo la festa dei tifosi e lo spettacolo pirotecnico di mercoledì notte - con l'enorme scritta "Genoa" lungo la centralissima via XX Settembre - ieri sera lo spettacolo organizzato dalla stessa società (con la partecipazione della prima squadra e di tutte le leve) è andato in scena al Porto Antico. Tantissimi tifosi tra cori e bandiere, tanta musica - da Francesco Baccini a Bresh - e molte sorprese. Grande emozione per la presenza sul palco di Benedetta Signorini, figlia dell'indimenticato capitano rossoblù Gianluca Signorini stroncato ormai oltre 20 anni fa dalla terribile Sla.

Da Skuhravy a Branco, gli eroi rossoblù

E poi i tanti videomessaggi degli ex calciatori del Grifone: tra i più acclamati quelli di Aguilera, Skuhravy e Branco, altri grandi protagonisti del Genoa di inizio anni 90 che - con Bagnoli in panchina - centrò il quarto posto e poi la successiva semifinale di Coppa Uefa. Un messaggio dall'Argentina da parte di Mauro Boselli, una meteora rossoblù rimasta però nella storia per un gol pesantissimo nel derby che mandò i cugini della Sampdoria in B nel 2011. A proposito di stracittadine vinte, sempre dall'Argentina anche il collegamento in diretta con Diego Alberto Milito, che prima di diventare l'eroe dell'Inter del triplete nel 2010 è stato anche una grande stella del Grifone. «Sapete che vi voglio tanto bene. Il Genoa è un club che resterà per sempre nel mio cuore. Sarò sempre grato al Genoa, sono orgoglioso di aver indossato la maglia del club più antico d'Italia. Sarò sempre in debito coi tifosi, il loro affetto è sempre stato superiore a quello che ho dato in campo. Il ricordo più bello di sicuro sono i due derby vinti, la stagione 2008-09 fu straordinaria. Ho ancora qui la maglia di quella giornata» sorride lo stesso Milito che mostra il segno "3" con la mano, ricordando la sua esultanza dopo la tripletta alla Samp in quella stracittadina di ritorno.

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