Incontro tra capo ultras del Milan e Calabria
Nel corso delle indagini, in particolare nella parte degli accertamenti sviluppata dopo "l'omicidio di Vittorio Boiocchi", storico capo ultrà interista ucciso nell'ottobre 2022, "è stato documentato un incontro" di Luca Lucci, capo ultrà milanista e tra gli arrestati oggi, "con il capitano del Milan, il calciatore Davide Calabria", in un bar di Cologno Monzese, l'8 febbraio del 2023. Negli atti, però, non viene riportato il contenuto di questo presunto incontro, ma si dà atto, sulla base delle intercettazioni, che Luca Lucci sarebbe stato "informato, in modo criptico" da Giancarlo Capelli, detto 'il Barone' e storico capo ultrà rossonero, "dell'arrivo da lì a poco" di un "soggetto che avrebbe dovuto incontrarlo", senza svelare il nome. Sulla base "delle immagini captate dagli investigatori - si legge nell'ordinanza - si ritiene di poter asserire che il soggetto in questione, indicato nella conversazione telefonica di cui sopra, sebbene dal contenuto inequivocabilmente criptico, sia da identificare in Davide Calabria, calciatore e capitano" del Milan.
Patto di non belligeranza tra le curve di Inter e Milan
Dalle indagini che hanno portato agli arresti dei capi ultras di Milan e Inter, secondo quanto riporta l'ordinanza di custodia cautelare per 19 persone, emerge "il patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate, a prima vista connesso ad una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera". In particolare, per quanto riguarda la Curva dell'Inter appare "un quadro fosco" nel quale "interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all'ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione (ma già segnalato dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia dell'anno 2017): le attenzioni della 'ndrangheta sul mondo del tifo organizzato".
Ecco come la Curva Nord favoriva il clan Bellocco
I principali indagati appartenenti alla Curva dell'Inter arrestati nell'operazione di oggi di Polizia e GdF sono accusati di aver dato vita a un'associazione, aggravata dal metodo mafioso, finalizzata a "commettere una pluralità indeterminata di reati di lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, estorsione, intestazione fittizia". Estorsioni anche ai danni "dei gestori del catering all'interno dello Stadio di San Siro, dove la corresponsione della somma estorta è avvenuta attraverso l'emissione di fatture false" e ai danni "di gruppi organizzati del tifo interista al fine di obbligarli ad acquistare tagliandi di ingresso allo stadio a prezzi maggiorati". Gli indagati, inoltre, stando alle indagini, "contribuivano al pagamento delle spese legali per i componenti della Curva Nord indagati per fatti violenti commessi in occasione delle partite o sottoposti a Daspo". L'aggravante quindi è di aver commesso i fatti "anche al fine di favorire l'associazione mafiosa dei Bellocco, a cui Bellocco Antonio (ucciso di recente ndr), arrivato a Milano grazie a Ferdico, che gli procurava alloggio e occupazione lavorativa fittizia, riversava parte dei guadagni derivanti dalle attività illecite, anche ai fini del mantenimento in carcere dei detenuti". Come se tutto ciò non bastasse, le indagini "hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo". Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni "2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)". Lo si legge nell'ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che oggi ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista. La Procura di Milano ha avviato anche un cosiddetto "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan, società non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite. Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria.
Milan e Inter disponibili a collaborare
Il Milan "si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta". È questa la posizione del club rossonero, stando a quanto apprende LaPresse, in merito all'inchiesta della procura di Milano che questa mattina ha portato agli arresti di alcuni ultrà delle curve di Milan e Inter. Nessun commento ufficiale, ma totale disponibilità a collaborare con gli inquirenti per qualsiasi informazione e richiesta: è quanto filtra da ambienti vicini alla società nerazzurra.