Pagina 3 | Da Marotta a Scaroni, Inter e Milan vanno dall’Antimafia: il precedente Juve

MILANO - C’è voluto del tempo - anche perché i campi di azioni sono numerosi -, però dopo quasi due mesi dalla richiesta del senatore Walter Verini, la Commissione Parlamentare Antimafia (ufficialmente Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere), ha creato il Comitato Speciale che si dovrà occupare, fra le altre cose, dell’inchiesta “Doppia Curva” avviata il 30 settembre scorso dalla Procura di Milano. All’indomani dei vari arresti dei vertici degli ultras della Curva Nord e Sud, era giunta alla presidente Chiara Colosimo la richiesta di formare un gruppo che si mettesse a lavoro per ascoltare i dirigenti dei club finiti al centro dell’ultima inchiesta - dunque Inter e Milan in primis - e, sentendo le loro problematiche ed esigenze, fornirgli un’opzione diversa per provare sia a contrapporsi alle angherie delle fazioni criminali degli ultras, sia per offrire dei mezzi per prevenire questi fenomeni. Nella giornata di mercoledì 27, in Commissione Plenaria, la presidente Colosimo ha ufficializzato la costituzione di due nuovi comitati. Uno (il XII), sul "Sistema Cilento con particolare riguardo all'omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo"; il secondo (XI), quello sugli ultras, denominato "Infiltrazioni mafiose nelle manifestazioni sportive e legami tra criminalità organizzata e società sportive".

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Inchiesta ultrà: ecco i membri del comitato

Il coordinatore del Comitato Speciale, composto ovviamente da membri dell’attuale Commissione Parlamentare Antimafia, sarà colui che l’ha proposto, dunque Walter Verini, gruppo Pd-Idp. Verini fa parte anche di altri comitati (come quello che si occupa dal marzo 2024 della scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori) e fra il 2018 e il 2022 aveva fatto parte di una commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie che si era occupata anche delle intimidazioni ai giornalisti. Insieme a lui altre otto persone. In ordine alfabetico: Anastasio Carrà (Lega), Mauro D’Attis (FI), Francesco Gallo (Misto), Filippo Melchiorre (FdI), Luigi Nave (M5S), Raffaella Paita (IV-Il Centro-Re), Elisabetta Piccolotti (AVeS) e Sandro Sisler (FdI). Costituito il Comitato, adesso bisognerà attendere che entri concretamente in azione. La prossima settimana dovrebbe esserci il primo incontro fra i membri per decidere come agire. Sicuramente verrà stilato un calendario di audizioni da svolgere a Roma o in audio-video collegamento, partendo dai presidenti di Inter e Milan, Marotta e Scaroni, senza escludere la possibilità di sentire anche gli amministratori delegati Furlani e Antonello. Come aveva spiegato a "Tuttosport" lo stesso Verini il 12 ottobre, "la Commissione Antimafia non può sostituirsi alla magistratura (e alla Procura federale, ndr), ma può accendere un faro in più sulla vicenda: il nostro compito è aiutare gli organismi preposti, mostrando una linea di correttezza, legalità e pulizia, far vedere che non si è soli, di non avere paura. E che bisogna fare prevenzione". Come detto, si partirà da Milano, ma il Comitato allagherà le proprie interrogazioni e discussioni anche ad altri presidenti di Serie A, ai vertici della Figc e della Lega Serie A. Al termine dei lavori, il Comitato produrrà una relazione da portare al Parlamento.

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Il precedente della Juventus

Già nel 2017 fu creato un "Comitato Mafia e manifestazioni sportive, i legami tra criminalità organizzata e società sportive" che si occupò di quanto accaduto a Torino per i rapporti fra la Juventus e gli ultras che all'epoca portarono - in ambito sportivo -, a una multa di 600mila euro al club e 100mila al presidente Agnelli. In seduta plenaria la Commissione Antimafia fra marzo e settembre 2017 ascoltò Agnelli e il legale della Juventus; i presidenti di Lazio, Napoli e Genoa; il presidente del Coni (Malagò); il ministro dello Sport (Lotti); i rappresenti di Figc (il Presidente Tavecchio e il procuratore federale), Lega Serie A, B e Pro; l'Associazione italiana calciatori; il sostituto procuratore della DDA di Napoli e il Capo della polizia. A dicembre 2017 il Comitato arrivò a formulare alcune proposte in Parlamento. Fra queste l'adeguamento degli impianti sportivi per garantire, tramite tecnologie avanzate, la formazione degli steward e il fermo temporaneo dei tifosi; il rafforzamento del Daspo; la revisione della disciplina sulla responsabilità oggettiva delle società di calcio per fatti attribuibili alle proprie tifoserie in relazione al contributo fattivo delle società stesse nelle attività di prevenzione e di identificazione dei soggetti responsabili di illeciti; il rafforzamento dei controlli su tutte le transazioni finanziarie per assicurare il rispetto della normativa antiriciclaggio.

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Il precedente della Juventus

Già nel 2017 fu creato un "Comitato Mafia e manifestazioni sportive, i legami tra criminalità organizzata e società sportive" che si occupò di quanto accaduto a Torino per i rapporti fra la Juventus e gli ultras che all'epoca portarono - in ambito sportivo -, a una multa di 600mila euro al club e 100mila al presidente Agnelli. In seduta plenaria la Commissione Antimafia fra marzo e settembre 2017 ascoltò Agnelli e il legale della Juventus; i presidenti di Lazio, Napoli e Genoa; il presidente del Coni (Malagò); il ministro dello Sport (Lotti); i rappresenti di Figc (il Presidente Tavecchio e il procuratore federale), Lega Serie A, B e Pro; l'Associazione italiana calciatori; il sostituto procuratore della DDA di Napoli e il Capo della polizia. A dicembre 2017 il Comitato arrivò a formulare alcune proposte in Parlamento. Fra queste l'adeguamento degli impianti sportivi per garantire, tramite tecnologie avanzate, la formazione degli steward e il fermo temporaneo dei tifosi; il rafforzamento del Daspo; la revisione della disciplina sulla responsabilità oggettiva delle società di calcio per fatti attribuibili alle proprie tifoserie in relazione al contributo fattivo delle società stesse nelle attività di prevenzione e di identificazione dei soggetti responsabili di illeciti; il rafforzamento dei controlli su tutte le transazioni finanziarie per assicurare il rispetto della normativa antiriciclaggio.

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