Il 22 novembre 2024 Andrea Beretta, il capo ultrà dell’Inter arrestato il 4 settembre per l’omicidio di Antonio Bellocco, ha iniziato la sua nuova vita da collaboratore di giustizia parlando al procuratore aggiunto milanese Alessandra Dolci e ai pm Sara Ombra e Paolo Storari: "Intendo collaborare e raccontare tutti i fatti da quando ho preso il comando di Curva Nord, il merchandising, i vari ticketing Milan e Inter, i parcheggi, i baracchini del food, queste cose qua...". E nelle trascrizioni dei primi tre interrogatori registrati, depositate in vista del giudizio immediato il 20 febbraio 2025, come riporta il Corriere della Sera, ci sono alcuni passaggi sulla dirigenza dell'Inter.
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"Marotta mi ha salvato una volta"
In occasione di un Juve-Inter Beretta ha problemi a trovare biglietti e spinge per avere più tagliandi dalla società nerazzurra ma Massimiliano Silva (Supporter liaison officer dell'Inter) si infuria: "Ricevo una chiamata e questo qui comincia a insultarmi (“non me ne fotte un c… di voi, io non passo guai per voi”), nasce una discussione al telefono, io resisto 10 secondi e poi vado giù, “mi hai rotto i co..., vieni qua che ti ammazzo di botte”, solite cose. È degenerata, lui mi chiude il telefono in faccia e va subito alla Digos a dirgli che io lo avevo minacciato al telefono, e la Digos gli dice “ok, noi prendiamo la tua denuncia, però deve essere fatta in carta intestata dalla società”. Allora lui va in società, si mette a scrivere, passa Claudio Sala (dirigente responsabile della sicurezza della prima squadra, ndr) e gli dice “ma cosa stai facendo? Ma lo sa il direttore (Marotta, ndr)? Avvisiamo prima che metti di mezzo la società”. E dopo è passato Marotta e fa (a Silva, ndr): “Guardi, se lei vuole fare la denuncia la fa a nome suo, non con la società". Come faccio a saperlo? Me l’ha detto Claudio Sala. E quella volta lì (Marotta, ndr) mi ha salvato dal discorso della denuncia" ha raccontato Beretta.
Dichiarazioni, quelle del pentito, che potrebbero avere un valore per la giustizia sportiva, al lavoro sull’inchiesta Doppia Curva. Nel frattempo Giuseppe Chinè, procuratore federale della Figc, ha già acquisito gli atti della vicenda per verificare eventuali “condotte rilevanti” dei tesserati dell’Inter (e di quelli del Milan). Nello specifico Javier Zanetti, ascoltato negli scorsi mesi dagli inquirenti come persona informata sui fatti (l’argentino chiaramente non è mai stato indagato, idem Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu), non rischia formalmente alcunché. Leggermente diversa invece la posizione del tecnico dei campioni d’Italia, che potrebbe anche subire una sanzione economica. Il turco infine, qualora venisse dimostrato che avesse violato l’articolo 25 del Codice di Giustizia sportiva, potrebbe invece essere squalificato sino a tre giornate proprio per aver incontrato Ferdico, nonostante la società nerazzurra non volesse che ciò potesse avvenire con qualsiasi suo tesserato. Ma adesso queste nuove dichiarazioni potrebbero aprire un nuovo fronte.