Le pressioni all'Inter
Le confessioni di Andrea Beretta, capo ultrà pentito, stanno fornendo ai pm Sara Ombra e Paolo Storari, coordinati dall’aggiunto Alessandra Dolci, tutti gli elementi per ricostruire le dinamiche intorno allo stadio (biglietti, merchandising, parcheggi) oltre a fornire importanti retroscena sull’omicidio di Vittorio Boiocchi di cui non sono stati ancora trovati mandanti ed esecutori. Molti gli “omissis” nelle centinaia di pagine compilate grazie alle confessioni di Beretta ma, nelle parti non secretate dai pm, compaiono alcune dichiarazioni che confermano le pressioni fatte dagli ultrà all’Inter - specialmente sulle richieste dei biglietti - ma pure una certa leggerezza da parte del club nella gestione degli ingressi allo stadio. La parte che ha fatto più rumore nelle rivelazioni di Beretta pubblicate ieri dal Corriere della Sera riguardano un episodio che vedrebbe come protagonista il capo ultrà e il presidente dell’Inter Marotta: condizionale è d’obbligo perché Marotta - sempre al Corriere - ha negato con forza l’accaduto. «Marotta mi ha salvato una volta» ha però raccontato Beretta ai pm. Questo dopo una lite con Massimiliano Silva, il dirigente addetto ai rapporti con la tifoseria (chiamato Slo- Supporter liaison officer). Tutto è nato da una lite perché Beretta voleva che, come fatto per Juve-Milan, dopo un accordo tra gli Slo fossero convogliati in una ricevitoria 2.000 biglietti poi acquistati dagli ultrà.