Conte: "Martinez? Solo all’Inter si parla di mercato"

«Intorno a questo club, a differenza di altre società che sono molto più abbottonate, si sposa molto il chiacchiericcio che invece conta zero perché bisogna rimanere concentrati»
Conte: "Martinez? Solo all’Inter si parla di mercato"© Inter via Getty Images

APPIANO GENTILE - Dopo derby e Napoli, la settimana da leoni dell’Inter si chiude all’Olimpico, sfida - quella con la Lazio - che designerà l’anti Juve. Antonio Conte, anche alla luce dell’1-0 dell’andata (in cui migliore in campo fu Handanovic), ha tenuto ben dritte le antenne del gruppo: «Sarà una partita ad alto indice di difficoltà contro una realtà consolidata del campionato italiano. Hanno vinto Coppa Italia, Supercoppa e negli anni sono cresciuti mantenendo i giocatori più forti e aggiungendone, Inzaghi da anni è alla guida del club, normale che sia riuscito a sviluppare il suo lavoro. E’ una partita tra due outsiders. Che gara mi aspetto? La Lazio viene da prove di forza talmente evidenti che si giocherà la partita, come ce la giocheremo noi. Cercheremo di esaltare i loro difetti e aumentare i nostri pregi, entrambe vorranno vincere». All’Olimpico tornerà Lautaro Martinez dopo le due giornate di squalifica con Udinese e Milan: «Nonostante abbia solo 22 anni, Lautaro ha abbastanza la testa sulle spalle per capire che le voci di mercato contano pochissimo. Il giorno dopo che è finito il mercato si parlava già dei prossimi acquisti dell’Inter... Diciamo che all’Inter, a differenza di altre società che sono molto più abbottonate, si sposa molto al chiacchiericcio che invece conta zero perché bisogna rimanere concentrati».

«Var a chiamata? Non mi piace»

L’argomento rimbalza poi su Handanovic («E’ una stagione un po’ particolare perché siamo al sesto, settimo infortunio traumatico e siamo ancora a febbraio. La cosa che mi auguro è avere tutti a disposizione perché abbiamo tante partite da giocare») ed Eriksen: «Sta lavorando con noi, sta capendo sempre di più quali situazioni vogliamo da parte sua. L’ho fatto giocare subito, cosa mai fatta da me in carriera. Adesso c’è stata la possibilità di lavorare e, nei minuti in cui è entrato, ha potuto incidere. E nelle prossime gare lo vedremo dall’inizio, quando lo riterrò opportuno». Bocciato infine il Var a chiamata: «Non mi piace, io non devo chiamare nessuno. C’abbiamo già tanti pensieri durante la partita e dobbiamo chiamare pure il Var? La gente che sta lì che fa? La trovo una cosa non utile perché già ci sono le immagini. Diverso metro di giudizio? Ci sono state situazioni che lasciano perplessità, ma bisogna avere la volontà e la voglia che ci sia sempre la buona fede, altrimenti uno si alza e va via perché la malafede non ci può essere. L’obiettivo è che gli errori siano sempre meno, sia a favore sia a sfavore, intendiamoci».

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