Inter, la parabola di Candreva: da fedelissimo a giubilato

Nonostante 39 presenze, 7 gol e 9 assist, in Europa Conte gli ha preferito D'Ambrosio: ora nel suo ruolo giocherà Hakimi
Inter, la parabola di Candreva: da fedelissimo a giubilato© www.imagephotoagency.it

MILANO - Parabola discendente, da protagonista a esubero. Protagonista: Antonio Candreva con una discesa vertiginosa e senza freni d’emergenza. Riassunto delle puntate precedenti: Candreva all’arrivo di Conte usciva con il morale sotto i tacchetti dopo una stagione sotto la guida di Luciano Spalletti che lo aveva visto tra i più colpiti dalle critiche. 29 presenze, molte delle quali del tutto marginali, 3 gol, 3 assist e tanti fischi ricevuti dagli spalti. Poi, però, con il cambio in panchina per Candreva era cambiato tutto. Conte, del resto, già lo aveva allenato con profitto in Nazionale, i due si conoscevano, il giocatore sapeva già cosa gli avrebbe chiesto il tecnico. Infatti come esterno destro a tutta fascia nel 3-5-2 Candreva diventa un punto fisso nello schieramento interista. Fino al 28 luglio mette insieme 39 presenze, 7 gol, 9 assist e 2536 minuti giocati. Il 28 luglio l’Inter batte a San Siro 2-0 il Napoli, Candreva gioca per un’ora, poi viene sostituito. Nel match successivo contro l’Atalanta, però, a coprire il ruolo che solitamente era suo, c’è D’Ambrosio. Il quale, dopo aver segnato contro il Napoli si ripete contro l’Atalanta e si prende il posto definitivamente. 



Il cammino in Europa League è la certificazione che qualcosa si è incrinato tra il tecnico e l’esterno (probabilmente anche a causa di un battibecco). Nella fase finale di Europa League per Candreva non c’è che la miseria di un minuto in campo, nella finale persa contro il Siviglia. Come se non bastasse, il grande colpo del mercato interista annunciato già prima della fine della stagione passata, Achraf Hakimi, gioca proprio nella posizione di Candreva.

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