© © Roberto Garavaglia - ag. Aldo Liverani sas
MILANO - Perisic come Eto’o. Ovvero la richiesta di un grosso sacrificio per puntare al bersaglio grosso: nel ’09-10 si chiamava Champions League, nel ’20-21 ha le fattezze dello scudetto. Ovviamente nessuno qui intende paragonare il fuoriclasse camerunese con il giocatore croato - le carriere parlano da sole, anche se Perisic nell’ultima stagione ha vinto il Triplete con il Bayern; Eto’o ne ha conquistati due di fila con Barcellona (2009) e Inter (2010) -, ma quello che Antonio Conte sta studiando nel laboratorio di Appiano Gentile da una decina di giorni, potrebbe assomigliare tanto a quello che Josè Mourinho chiese a Eto’o nell’inverno del 2009. Al bomber capace di segnare 130 gol in cinque stagioni col Barcellona, lo “Special One” infatti propose/impose di sacrificarsi sulla fascia destra per disegnare un 4-2-3-1 che avrebbe poi condotto l’Inter a vincere tutto. Nei primi mesi Mourinho aveva proseguito sulla strada dell’annata precedente, sposando il 4-3-1-2, ma per sfondare in Europa c’era bisogno d’altro e quando a gennaio l’Inter prese Pandev, il disegno fu completo. Oggi Conte non ha in testa cambiamenti tattici particolari, il 3-5-2 (o 3-4-1-2) rimane lo spartito da seguire, ma il mercato finora non gli ha regalato un esterno mancino nuovo, piuttosto gli ha restituito Perisic e così il tecnico ha deciso di riprovarci.
Esperimento fallito
L’estate scorsa, infatti, l’esperimento fu bocciato dopo una settimana di ritiro. Conte lavorò su Perisic esterno tutta fascia, lì lo schierò nella prima uscita contro il Lugano, ma poi rinunciò e lo utilizzò da attaccante per tutta la tournée asiatica. Poi arrivò il Bayern e tutto finì. Un anno dopo ci risiamo.
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