Inter, Marotta: "Spero Conte resti, ora puntiamo la seconda stella"

Dopo la conquista dello Scudetto, l'amministratore delegato nerazzurro parla del prossimo futuro del club da un punto di vista tecnico e societario
Inter, Marotta: "Spero Conte resti, ora puntiamo la seconda stella"

MILANO - Così l'ad Beppe Marotta ai microfoni di Radio Anch'io Sport dopo la vittoria dello Scudetto da parte dell'Inter: "Al 100% spero che Conte resti, abbiamo cominciato un ciclo. C'è un problema di ricavi con la pandemia, il quadro è questo. Ci siederemo con Antonio e la proprietà per sapere le loro linee guida, ma c'è un giusto e sano ottimismo. L'obiettivo è arrivare a un'accordo con un partner per far arrivare investimenti necessari".

L'amministratore delegato nerazzurro ha parlato poi del percorso con il quale l'Inter è arrivata a questo titolo: "È una grandissima soddisfazione, Conte l'ha definita un'opera d'arte questa impresa storica e io sono d'accordo. La crescita è stata lenta ma costante, il nuovo percorso è cominciato l'anno scorso e quest'anno Conte è riuscito a inculcare quei principi vincenti alla base di ogni successo. La seconda stella? Sarebbe il massimo per tutti, rientra nel fascino e nel romanticismo che io ho. Per la Champions c'è una grandissima competizione, le quattro in semifinali sono tra le prime sei ad avere il fatturato maggiore".

Inter, le parole di Marotta

Marotta ha poi proseguito: "Un piano B non c'è, c'è un piano A e spero tanto e sono convinto che Conte continui con noi, nonostante quello che si dica c'è un grande feeling tra lui e tutti noi, la società, la squadra e i tifosi. Handanovic? È il nostro portiere e capitano, ma noi abbiamo il dovere di guardare avanti e al futuro per rendere rosa più forte". 

C'è modo anche per parlare di Superlega: "Era un progetto che nasce dall'apprensione dei proprietari dei 12 club perchè il modello di calcio esistente non garantisce la sostenibilità. È nata con modalità e tempi un po' sbagliati. ma questo calcio va rivisto e rimodellato altrimenti si va incontro al default. Resta il fatto che si può vincere spendendo meno, gli stipendi dei giocatori non sono più sostenibili".

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