Inter, che assist per Inzaghi: in 15 certi di non andare al Mondiale

Soltanto il Napoli, tra le rivali scudetto, avrà meno giocatori impegnati in Qatar
Inter, che assist per Inzaghi: in 15 certi di non andare al Mondiale© Inter via Getty Images

MILANO - Un mese e mezzo da vera Inter per sfruttare poi il grande assist che arriverà dal Mondiale. Innanzitutto bisogna svoltare, ritrovare le antiche sicurezze, lasciarsi definitivamente alle spalle le scorie dello scudetto perso la scorsa stagione e ripartire, mostrando un atteggiamento differente, da Inter. Dopodiché la squadra nerazzurra avrà davanti a sé - come molte altre rivali - 43 giorni intensi con 12 gare da non sbagliare, perché dopo tre sconfitte in sette giornate di campionato e una in due di Champions, non saranno ammessi altri passi falsi. Ci saranno otto partite di Serie A e quattro in Europa e l’obiettivo è uno: rimanere in corsa per lo scudetto e provare ad agguantare il secondo posto nel girone di Champions per tornare di nuovo negli ottavi. Poi, dal 13 novembre al 4 gennaio, Simone Inzaghi potrà godere di un grande vantaggio, ovvero quello di allenare una rosa che, a differenza delle abituali soste per le nazionali, non vedrà partire il 70% dei giocatori, ma solo un terzo o forse meno. Al momento, infatti, Inzaghi deve fare i conti con 15 elementi chiamati dalle rispettive selezioni su 23 giocatori della prima squadra. In questa settimana alla Pinetina sono rimasti così in otto, ma due solo perché infortunati: sia Lukaku che Calhanoglu, infatti, senza i rispettivi problemi muscolari - ieri hanno svolto ancora un lavoro personalizzato sul campo e lo ripeteranno anche oggi (c’è ottimismo per la Roma), mentre gli altri compagni riposeranno con ripresa domani pomeriggio -, sarebbero rispettivamente con Belgio e Turchia. Se aggiungiamo che degli altri sei giocatori, due sono portieri (Handanovic e Cordaz, fresco di infortunio), si capisce come Inzaghi durante le soste, di fatto, non alleni l’Inter. La lunga pausa per il Mondiale, però, sarà notevolmente diversa perché molti dei giocatori oggi sparsi per il globo, non saranno in Qatar.
Basti pensare, per esempio, ai quattro azzurri convocati da Mancini: Bastoni, Acerbi, Dimarco e Barella, purtroppo, guarderanno il Mondiale così come Skriniar, Asllani, Dzeko e lo stesso Calhanoglu. E altri due calciatori che attualmente non sono ad Appiano, non sono affatto sicuri di essere chiamati per il Mondiale. Uno è Gosens, tornato in nazionale in questa tornata di convocazioni di Flick, ma non utilizzato con l’Ungheria venerdì sera. Prima del doppio grave infortunio di un anno fa, Gosens era un punto fermo della Germania, ma adesso i tedeschi puntano su Raum del Lipsia e per l'ex atalantino sarà fondamentale crescere con l’Inter per guadagnarsi una maglia. L’altro giocatore in bilico è Correa, in tribuna nella notte fra venerdì e sabato nella sfida fra Argentina e Honduras (in gol Lautaro). Scaloni lo ha sempre convocato, ma ha grande abbondanza davanti e il “Tucu” - male finora con l’Inter - potrebbe trovarsi nella difficile posizione di giocarsi un posto con un certo Dybala.

Ritiro al caldo

Detto ciò, è evidente come Inzaghi durante la sosta avrà a disposizione... tanta Inter. In Qatar, a meno di imprevisti, andranno sicuramente in sei - Onana, De Vrij, Dumfries, Brozovic, Martinez e Lukaku -, più eventualmente Gosens e Correa. Milan e Juventus, per esempio, perderanno molti più giocatori (fra i 10 e 12), mentre Spalletti e il Napoli potranno sorridere (via in 5-6). Dunque Inzaghi avrà con sé fra i 15 e i 17 giocatori, veramente molti e potrà così svolgere non solo la nuova preparazione (previsto un ritiro al caldo: si valuta una località tra Spagna, Malta ed Emirati), ma lavorare a fondo anche su aspetti tecnico-tattici. Per questo a ottobre sarà fondamentale svoltare e rimanere agganciati al treno scudetto per un 2023 da vera Inter.

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