Gosens: «All’Inter da eroe a nessuno»

Il tedesco racconta il suo calvario: «Il calcio non ha memoria. Sono rimasto stupito dalla velocità con cui passi da eroe a nessuno»
Gosens: «All’Inter da eroe a nessuno»

MILANO - Il vero Gosens, l’Inter ha iniziato a intravederlo a più di un anno dal suo acquisto. Colpa del terribile infortunio (con ricaduta) patito ai tempi dell’Atalanta, una grave lesione al bicipite femorale della gamba destra, da cui ha impiegato un anno per recuperare. «La mia carriera prima era come una fiaba, andava avanti e avanti e sempre più in alto - la sua confessione alla Süddeutsche Zeitung - Sono diventato improvvisamente il terzino sinistro più pericoloso d’Europa all’Atalanta, titolare all’Europeo. Poi è arrivato l’infortunio più la ricaduta dopo la prima riabilitazione. Non ho giocato dopo essere passato all’Inter. E all’improvviso tutto sembrava finito. Improvvisamente non sei nessuno. Tutti pensavano: Gosens? È finito. Vivere tutto questo in un anno è stato intenso. Cosa ho imparato? Che sei bravo solo quanto l’ultima partita. Il calcio non ha memoria. Sono rimasto stupito dalla velocità con cui passi da eroe a nessunoHo totalmente sottovalutato il problema. Sono un giocatore che vive del fisico. E non sono riuscito a recuperare il mio deficit di forma fisica per molto tempo. Ciò significava che non ero chi volevo essere in campo. Arrivavo in ogni momento con un secondo di ritardo. Ero davanti in area di rigore quando la palla era già sparita. Nel duello difensivo, o facevo fallo o non prendevo proprio l'avversario. Non sono stato, insomma, quello che l'Inter sperava di comprare. Ero insoddisfatto di me stesso perché sono andato all'Inter con l'aspirazione di diventare un giocatore titolare. Se prendi un terzino sinistro per quasi 30 milioni di euro, sono tanti soldi». Problemi, quelli di Gosens, acuiti anche dalla sua gestione: Simone Inzaghi gli ha prima preferito Perisic, poi Dimarco e il tedesco non è mai riuscito a trovare continuità fino alle ultime gare con l’Inter in cui per la prima volta ha fatto vedere tutto il suo potenziale anche se, per caratteristiche, Gosens non sarà mai un Perisic - ovvero un costruttore di gioco, seppur stazionante in fascia - o Dimarco, il cui piede è una formidabile fionda spara-palloni per gli attaccanti.

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