MILANO - Cuadrado, che l’ultima gara in stagione l’aveva giocata proprio con la Colombia (un tempo, il primo, con il Venezuela: era l'8 settembre) è appena ristabilito dalla tendinite che l’ha messo ko in queste settimane ed è pronto a ripartire per il Sud America (a meno che il lavoro diplomatico dell'Inter non abbia successo: il club vorrebbe trattenerlo alla base, anche alla luce di un problema fisico che rischia di cronicizzarsi). Frattesi invece lavora ancora per recuperare (c’era una piccola speranza pure per il Benfica) ma con il Bologna risulta difficile pensare che possa essere titolare.
Poi andrà sicuramente in Nazionale dove sarà Luciano Spalletti a valutarlo. Possibile che il ct lo risparmi per la facile partita contro Malta, difficile lo faccia nel match, per di più in trasferta, contro gli inglesi. Simone Inzaghi passerà due settimane di passione perché i suoi ragazzi, anziché riposare, «Con orgoglio» (ipse dixit) onoreranno i doveri per la patria.
Tre attaccanti, due in Sud America
Vero è che è un problema - anzi, un male (vista dai club) - comune. Però il problema è più grande per un’Inter a cui in rosa sono rimasti tre soli attaccanti di professione, due dei quali dopo il Bologna saluteranno per andare dall’altra parte del mondo a giocarsi le qualificazioni mondiali sudamericane. Trattasi, ovviamente, di Lautaro Martinez e Alexis Sanchez il quale già a settembre è volato in Cile nonostante l’Inter si augurasse che restasse alla base in quanto non in perfette condizioni.
Saluterà pure Thuram e così Inzaghi non potrà che accendere un cero affinché tutti tornino in buona salute. Perché dalla seconda metà di ottobre il calendario si impenna e contro Torino, in trasferta, Roma (a San Siro) e a Bergamo servirà la miglior Inter per continuare a fare corsa di testa in campionato, per non parlare del doppio match-verità in Champions con il Salisburgo. Nel mazzo ci sono pure Mkhitaryan e Klaassen (ma nel ruolo di seconda punta sono adattati) e il giovane Sarr che, giurano ad Appiano, cresce bene. E chissà che - in attesa di Arnautovic - non possa guadagnarsi pure i primi minuti in prima squadra.