Inzaghi super: come Simone ha superato Conte, le sfide vinte col suo staff

L'allenatore nerazzurro e le sue vittorie tattiche: da Calhanoglu a Dimarco, passando per Acerbi
Inzaghi super: come Simone ha superato Conte, le sfide vinte col suo staff© /Agenzia Aldo Liverani Sas

MILANO - Da Calhanoglu a Dimarco, passando per Acerbi, Darmian e pure Onana. L’ultimo in ordine di tempo è ora Marcus Thuram. L’ultimo capolavoro di Inzaghi sul fronte scommesse vinte è l’impatto che il 26enne attaccante francese sta avendo nel pianeta Inter. Un merito, l’ennesimo, del tecnico nerazzurro che ha saputo trovare la formula giusta per inserire al meglio un giocatore proveniente dalla Bundesliga e da un sistema di gioco completamente diverso dal 3-5-2. Dopo un’estate a “scuola”, nella quale Thuram non ha magari strappato l’occhio a osservatori e tifosi, ma ha imparato richieste e schemi di Inzaghi, con l’avvio delle gare da tre punti, è arrivata la sua esplosione.
Da sostituto di Dzeko e destinato a una stagione da alternativa di Lukaku, Thuram si è ritrovato subito titolare e a suon di prestazioni si è conquistato il posto da partner, ideale, di Lautaro Martinez. I numeri del francese, fra i migliori in campo anche domenica sera contro il Frosinone, sono eccellenti: in 16 presenze - ha giocato fin qui tutte le gare, 14 da titolare -, Thuram ha segnato 5 gol (uno in Champions servito a sconfiggere il Benfica), servito 5 assist (primo in A) e guadagnato 3 rigori. Se Thuram sta andando probabilmente oltre le aspettative, anche quelle dei dirigenti che credevano comunque molto in lui, fin dall’estate 2021, quando il suo acquistò salto per un brutto infortunio, la risposta va evidentemente trovata in Inzaghi e nel suo staff. Perché c’è uno storico a parlare per loro, il rendimento di alcuni giocatori che si è elevato e migliorato grazie proprio al lavoro e alle intuizioni che il tecnico nerazzurro è riuscito a fare e avere su di lui.

L'evoluzione di Calhanoglu

In questo senso il manifesto di Inzaghi non può che rimanere l'evoluzione tattica di Calhanoglu. Il turco, voluto fortemente dal tecnico nel momento in cui si era reso necessario sostituire lo sfortunato Eriksen, con Inzaghi è diventato un top player a livello europeo in un ruolo che nei precedenti anni di carriera aveva solo sfiorato. Così come Pirlo era diventato Pirlo grazie a Mazzone e Ancelotti, così Calhanoglu ha detto addio al vecchio Hakan, talentuoso trequartista-mezzala ma spesso discontinuo, grazie a Inzaghi che una sera di inizio ottobre 2022 lo ha trasformato in regista per rimpiazzare l'assente Brozovic.
Da quel momento Calhanoglu è diventato un altro giocatore e l'Inter ha iniziato a trovare quella dimensione europea che l'ha portata fino alla finale di Istanbul contro il City. Un percorso, quello in Champions, dove si sono esaltati tre giocatori che Inzaghi ha saputo valorizzare: Onana, reduce da annate alterne all'Ajax e tornato ora a livelli "ordinari" con lo United; Darmian, trasformato da jolly a braccetto destro migliore pure di Skriniar; Acerbi, passato da acquisto poco gradito dalla piazza - eufemismo -, a muro capace di anestetizzare persino Haaland. Per non parlare di Dimarco, bravo a sfruttare l'occasione una volta partito Perisic, ma innalzato a esterno top, capace di diventare titolare anche in nazionale, grazie sempre alla mano di Inzaghi. A cui finora solo una magia non è riuscita, con il "cocco" Correa: ma lì sarebbe servito probabilmente un miracolo..

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