Sono giorni caldi intorno a Denzel Dumfries. Oggi l’olandese - insieme a Stefan De Vrij, compagno di avventura agli ultimi Europei - è atteso alla Pinetina per la ripresa degli allenamenti, mentre a inizio settimana saranno a Milano gli uomini della Wassermann Group per sistemare gli ultimi punti sul contratto che legherà l’esterno all’Inter fino al 2028. Una trattativa partita mesi fa e arrivata alla chiusura giusto in tempo per far tirare un sospirone di sollievo a Simone Inzaghi, primo tifoso del rinnovo per scongiurare un doppio problema: Dumfries sarebbe stato messo sul mercato (e, senza estimatori, sarebbe rimasto da separato in casa, un po’ come Zielinski a Napoli nell’ultima stagione...) e, contestualmente, l’Inter avrebbe dovuto trovare un nuovo titolare, da “addestrare” nel 3-5-2 inzaghiano.
Fondamentale per Inzaghi
A sgomberare le nubi il passo indietro fatto dall’olandese che inizialmente aveva chiesto 5 milioni per dire sì. L’accordo si è trovato a 4, cifra non casuale perché è quanto guadagna Federico Dimarco, il dirimpettaio di Dumfries sulla corsia mancina. L’olandese è ritenuto fondamentale da Inzaghi proprio perché complementare all’italiano: Dimarco garantisce classe e cross affilati, Dumfries invece dà fisicità a un centrocampo non esattamente composto da granatieri, qualità che si è rivelata fondamentale nelle grandi notti europee giocate dall’Inter con l’allenatore. Il sì dell’olandese completa il mosaico che prevede una coppia di co-titolari (definizione cara al presidente Marotta) per ruolo.
L'attacco
L’eccezione potrebbe essere fatta per la quinta punta, anche se l’unico giocatore papabile per ingaggio e per la lista Uefa, ovvero Federico Bonazzoli, è a un passo dall’accasarsi alla Cremonese. Nel mazzo ci sarebbe pure Andrea Pinamonti che però ha uno stipendio molto importante (2.4 milioni) rispetto al ruolo che gli verrebbe ritagliato all’Inter. In compenso Piero Ausilio e Dario Baccin devono piazzare Martin Satriano (dopo il no al Brest, l’uruguaiano sogna la Liga) e Joaquín Correa (che è a bilancio a 8 milioni: un’eventuale rescissione di contratto sarebbe un danno economico evidente anche alla luce della buonuscita atta a compensare i 3.5 milioni che prenderebbe l’argentino nell’ultima stagione a Milano). Un discorso a sé, come più volte sottolineato, riguarda Marko Arnautovic: l’arrivo di Mehdi Taremi, giocatore molto simile all’austriaco, impone una doppia riflessione. Da una parte il club punta a piazzare sul mercato l’ex tripletista per regalare a Inzaghi un attaccante dalle caratteristiche diverse, dall’altra l’interessato deve fare i conti alla nuova realtà che lo vede come quarta punta nelle gerarchie. Qualora Arnautovic dovesse aprire a una cessione, non sarebbe un problema trovargli una destinazione tra Turchia (da dove gli sono già arrivate offerte) e Arabia e l’Inter avrebbe mani libere per trovare un giocatore più funzionale a Inzaghi, uno con le caratteristiche di un Gudmundsson, tanto per intenderci...