Inzaghi, l’estate più dura: c’è un’Inter da ricaricare

Infortuni (domani esami per De Vrij), gli azzurri tornati alla base dopo la batosta agli Europei e una preparazione giocoforza spezzettata

L’ultimo ad alzare bandiera bianca è stato Stefan De Vrij che ha lasciato l’Inter in dieci nel finale dell’amichevole con l’Al-Ittihad per un problema ai flessori della coscia sinistra. Oggi gli esami strumentali certificheranno l’entità della lesione ma è scontato che l’olandese non ci sarà a Genova. Sarà in buona compagnia, considerato che dopo Buchanan (tornato ieri alla Pinetina, rientro previsto a fine ottobre), si sono fermati Taremi, Arnautovic e Zielinski. «Quest’anno è una preparazione differente, più difficile a causa di tutti gli arrivi scaglionati», ha spiegato Simone Inzaghi a Monza, ma certo non aiuta il suo lavoro e quello dello staff avere una rosa zeppa di ultratrentenni ovviamente più soggetti agli infortuni. Nell’ultima stagione, anche sotto questo profilo, la congiuntura astrale è stata alquanto propizia ma Inzaghi non ha dimenticato quanto accaduto l’anno prima, quando l’infortunio che ha messo fuori gioco Romelu Lukaku di fatto fino a febbraio ha pesantemente condizionato la rincorsa al Napoli. L’allenatore - che più di tutti conosce la sua creatura - un po’ a sorpresa, alla prima conferenza stampa della stagione aveva sottolineato quanto fosse difficile l’approccio al campionato dopo averlo vinto, rimarcando quanto accaduto a Milan e Napoli che con lo scudetto sulla maglia hanno mancato la qualificazione alla Champions nella stagione successiva (il Milan, quinto per punti realizzati, ci è andato soltanto per la penalizzazione della Juventus).

Inter, rischio appagamento

Questo anche perché il rischio da evitare è quello dell’appagamento: basta nulla per rendere un colabrodo una difesa che appena un anno prima era imperforabile. Con tutti gli asterischi del caso dovuti ai carichi legati alla preparazione, alzi la mano chi avrebbe mai pensato di vedere Bisseck, Acerbi e Bastoni venire infilati con quella facilità da Diaby e Benzema nell’amichevole con l’Al-Ittihad. A Monza erano titolari tutti gli azzurri reduci dal flop agli Europei (con Bastoni, Darmian, Dimarco, Barella e Frattesi) e sono apparsi ancora lontanissimi dai loro standard. Quanto accaduto in Germania ha lasciato scorie che vanno ancora smaltite e Inzaghi dovrà essere bravo a ricaricare gli azzurri e, con loro, ridare il fuoco a una squadra che ha sbaragliato la concorrenza nell’ultimo campionato. «Sappiamo che dobbiamo migliorare e sappiamo anche dove dobbiamo farlo», ha sottolineato sempre l’allenatore, rimarcando come in allenamento abbia comunque visto l’atteggiamento giusto da parte di tutti.

La parabola di Thuram

Inzaghi ha segnato con in rosso sul calendario la data di sabato 17. Lì l’Inter dovrà essere già Inter perché il calendario nella tranche di agosto presenta almeno due trappoloni, la trasferta di Marassi col Genoa (dove l’Inter ha pareggiato nelle ultime due stagioni) e lo scontro diretto con l’Atalanta dopo il match, sempre a San Siro, con il Lecce. L’augurio dell’allenatore è che la parabola della sua squadra - reduce da un pari a Pisa e dal ko con l’Al-Ittihad nelle ultime due amichevoli - sia simile a quella di Marcus Thuram che un anno fa in pre-campionato faticava a farne una giusta ma, quando sono iniziate le partite vere, ha iniziato a volare.

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