Il livello - con tutto il rispetto - si alzerà e da Vitinha, Krstovic e Retegui, si passerà, dopo Djuric del Monza, al signor Erling Brault Haaland (in attesa di Morata e Abraham). L’Inter è andata alla sosta con una prova sontuosa contro l’Atalanta, in cui è stato esaltato il gioco espresso dalla squadra di Simone Inzaghi, la sua fluidità con posizioni mai omologate, la forma realizzativa di Marcus Thuram. Ma c’è un altro aspetto che ha sicuramente reso felice il tecnico nerazzurro: la fase difensiva della squadra, dopo le incertezze di Marassi alla prima giornata, figlie di alcune sbavature viste anche durante le amichevoli estive, è tornata quella che nello scorso campionato aveva permesso a Sommer (e Audero) di chiudere la Serie A con ben 21 clean-sheets (19 lo svizzero, 2 l’ex dodicesimo, oggi al Como). Dai 6 tiri in porta concessi al Genoa, si è passati ai 3 del Lecce (di cui uno solo veramente insidioso, sventato da Sommer nel recupero) e 1 all’Atalanta (Zappacosta al 15’ del primo tempo).
L'Inter torna a non subire: ora c'è la prova Haaland
Insomma, il muro difensivo dell’Inter, che aveva terminato il campionato scorso con soli 22 gol incassati, è stato rialzato. Un fattore fondamentale in vista dell’inizio della Champions che vedrà i nerazzurri in casa di una delle grandi favorite, il Manchester City del bomber norvegese. Haaland, come spesso gli è capito nelle ultime annate, è partito fortissimo e nelle prime tre giornate di Premier League ha segnato la bellezza di 7 gol: 1 al Chelsea e poi due triplette a Ipswich e West Ham. L’Inter dovrà ovviamente cercare di gestire il centravanti, ma sarà tutto il City da limitare, visto che i campioni d’Inghilterra nelle tre partite sopracitate hanno segnato in tutto 9 gol con 48 tiri (ben 23 solo col West Ham), 18 dei quali nello specchio.