"La gravità del fatto, i cui contorni e movente devono ancora essere chiariti, i numerosi contatti che Beretta vanta con esponenti del tifo organizzato, contatti che potrebbero garantirgli una sicura e duratura latitanza, il ruolo apicale ricoperto dall'indagato in vari contesti delinquenziali come attestato dalle condanne per stupefacenti, sono tutti elementi che corroborano un serio pericolo di fuga". Lo si legge nel decreto di fermo nei confronti di Andrea Beretta, uno dei leader ultrà dell'Inter, accusato dell'omicidio di Antonio Bellocco, anche lui esponente delle tifoserie della curva nord e anche legato alla 'ndrangheta, e di detenzione illegale di arma da fuoco. Come si legge nel provvedimento i pm Paolo Storari e Sara Ombra, oltre a offrire "diversi possibili scenari" in merito alla dinamica dei fatti, non escludono nemmeno "interazioni di terze persone, in effetti notate sopraggiungere nelle immediate adiacenze della vettura" parcheggiata davanti a una palestra di Cernusco sul Naviglio, nel milanese, dove stamane è avvenuto il delitto. Persone che potrebbero "aver agevolato Beretta nel tentativo di eludere le indagini alterando o modificando la scena" del crimine. Quanto alla pistola ritrovata, di proprietà di Beretta e con la quale è stato ferito lievemente, si tratta di una "Beretta 98 Fs calibro 9x21, priva di matricola, in quanto cancellata, senza caricatore e senza colpo in canna" e con "il cane abbattuto, indicativo dell'esplosione di un colpo". Un solo bossolo è stato ritrovato nell'abitacolo dell'auto.
La ricostruzione
Puntano a verificare se Andrea Beretta, tra i capi ultrà dell'Inter e da ieri sera in stato di fermo per l'omicidio di Antonio Bellocco, altro esponente della curva nord ed erede della 'ndrina di Rosarno, prima di impugnare il coltello con cui ha ucciso abbia o meno cercato di usare la pistola, una Beretta a cui è stata cancellata la matricola. In queste ore i carabinieri, delegati dai pm Paolo Storari e Sara Ombra e dal procuratore di Milano Marcello Viola, stanno effettuando una serie di accertamenti tecnico-scientifici per ricostruire la dinamica di quanto accaduto ieri mattina, poco prima delle 11 davanti alla palestra "Testudo" di Cernusco sul Naviglio, dove Beretta si era appena allenato. L'ipotesi della volontà di usare la pistola, da cui sarebbe partito un solo colpo che avrebbe poi ferito non gravemente Beretta - è stato trovato un bossolo solo nell'abitacolo dell'auto - è una delle versioni alternative che si aggiungono a quelle offerte dal decreto di fermo. Inoltre nelle scorse ore sono stati sentiti alcuni testimoni oculari, almeno tre, tra cui il titolare della palestra. I loro racconti verranno incrociati con le immagini delle telecamere e con gli esiti dei rilievi effettuati dagli investigatori.