Pagina 3 | “Questo mi è stato detto da Ferdico”: Inter, il racconto del dirigente al pm

"Mi è stato comunicato che per tutte le comunicazioni tra società e tifoseria, l'unico interlocutore sarebbe dovuto essere Ferdico Marco, questo mi è stato detto da Ferdico stesso". Lo ha messo a verbale Massimiliano Silva, dirigente dell'Inter addetto ai rapporti con la tifoseria, il primo marzo scorso in una testimonianza, nell'inchiesta della Dda di Milano che ieri ha portato a 19 arresti, tra cui quello del capo ultrà interista Ferdico, azzerando le curve milanesi. Silva, annota il gip Domenico Santoro, che ha firmato l'ordinanza su richiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra, nell'inchiesta di Polizia e Gdf, "tra reticenze e omissioni interessate, conferma in sostanza la totale inadeguatezza dell'organizzazione del rapporto con le tifoserie, posto che tale sistema ha consentito di ottenere cospicui guadagni a soggetti appartenenti alla criminalità comune e organizzata".

Il racconto di Silva agli inquirenti

Da quando prese "in mano la Curva", dopo l'omicidio di Vittorio Boiocchi nell'autunno 2022, "dal gennaio 2023 ad oggi", ha spiegato ancora Silva, "ho sempre incontrato Marco Ferdico o da solo, o con Norrito", anche lui finito in carcere ieri e che "in passato, prestava attività lavorativa come addetto sicurezza dell'Inter, tramite una società esterna". Lo stesso Silva ha raccontato agli inquirenti che, il 28 luglio 2023, Ferdico portò ad un incontro con lui anche, riassume il gip, "un soggetto che non aveva mai visto prima, di bassa statura, di circa 30 anni, e che non credeva fosse della tifoseria organizzata e che Ferdico lo aveva presentato come 'un cugino di sua moglie'". Gli investigatori hanno appurato che si trattava di Antonio Bellocco, l'erede dell'omonima cosca della 'ndrangheta, ucciso quasi un mese fa dall'altro capo del direttivo interista Andrea Beretta. Negli atti altri elementi su quella "sorta di servilismo", spiega il gip, "da parte di Silva" alle "richieste avanzate da Ferdico". Come "imposto" dal capo ultrà, infatti, il dirigente "sembrerebbe aver avallato appieno la preclusione per gli Irriducibili", gruppo ultrà nerazzurro escluso dalla curva dopo la morte di Boiocchi, "di potersi interfacciare con la società Inter per definire i propri interessi".

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L'intercettazione Ferdico-Silva

Da un'intercettazione di un dialogo tra Marco Ferdico e Massimiliano Silva emerge "il timore che dietro le quinte ci fossero velate indagini giudiziarie, riservatamente apprese da Cameruccio", Senior Security Manager del club nerazzurro, "grazie alle sue conoscenze". Lo segnala il gip Domenico Santoro in un capitolo delle quasi 600 pagine dell'ordinanza cautelare. Ferdico e Silva, a fine luglio del 2023, come risulta dagli atti, parlavano della "problematica ancora irrisolta degli abbonamenti al secondo anello verde, svincolati dagli Irriducibili", gruppo estromesso a suon di intimidazioni, "e reclamati dal direttivo" della curva nord.

Sulla possibilità che Ferdico e i suoi si accaparrassero quegli abbonamenti (una "battaglia" per averli, si legge) per gestirli, e quindi incassare, pendeva "il diniego di Cameruccio". Ferdico: "io gli ho accennato (a Sala, altro dirigente nerazzurro, ndr) un discorso a dire 'ma c'è qualche problema extra?'... senza che entriamo nei dettagli come mi avevi fatto, tra virgolette, intendere tu (...) per Claudio (Sala, ndr) non ci sono problemi, per la Digos non ci sono problemi, per il direttore (Marotta, ndr) ti avevo detto che non ce n'erano problemi perché aveva parlato Claudio e io ti ho detto 'io non lo so se Cameruccio parla con altri uffici di un livello superiore', questo è quello che ti ho detto". Uno "scambio di battute", secondo il gip, che "non ha lasciato spazio a diverse interpretazioni", sul fatto che potessero essere circolate informazioni sulle indagini in corso, "tant'è che Ferdico, di fronte all'ipotesi di una prossima conferma di rifiuto da parte di Marotta e Cameruccio" sulla questione abbonamenti, "ha avvertito Silva che in quel caso avrebbe preteso delle motivazioni". Ferdico a Silva: "se poi Marotta dà l'ok siamo salvi, se invece Marotta non dà l'ok ci deve spiegare Cameruccio il perché no, almeno avere una spiegazione e dire ok no, ma perché’".

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Il verbale del responsabile della sicurezza Inter

"Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti, perché era stato concordato, inizialmente, un numero di 1.200". A parlare a verbale come teste, lo scorso febbraio, è Claudio Sala "responsabile sicurezza della prima squadra" dell'Inter, in merito alla vicenda dei 1500 biglietti che il direttivo della curva nord, Ferdico-Bellocco-Beretta, avrebbe preteso e ottenuto per la finale di Champions del 2023 a Istanbul. Biglietti concessi dalla società, come risulta dagli atti dell'indagine sulle curve milanesi, condotta da Polizia e Gdf e coordinata dalla Dda milanese col procuratore Marcello Viola, l'aggiunto Alessandra Dolci e i pm Paolo Storari e Sara Ombra. "Gli ultras - ha chiarito Sala - hanno avanzato, per tale partita, una richiesta di un numero importante, che non ricordo, di biglietti. Gli amministratori della società - ha proseguito - inizialmente, in virtù delle concessioni per la finale di Coppa Italia dell'anno precedente, avevamo stabilito un numero di 800 biglietti, che, Io, Silva ed il dott. Cameruccio avevamo ritenuto, sin da subito, essere un numero esiguo visto la portata dell'evento". Successivamente, si legge ancora nel verbale, "ritenendo tale numero basso per una finale di Champions League, il dott. Cameruccio ha inoltrato una richiesta aggiuntiva, agli amministratori delegati, per l'ottenimento di un numero maggiore di biglietti". A questo punto, ha aggiunto, "gli amministratori hanno deciso di rilasciare 1200 biglietti per gli ultras. Poi, il dott Cameruccio, dopo qualche giorno, ha ricevuto la notizia, con stupore, dagli amministratori della società, che il numero dei biglietti a favore del direttivo ultras sarebbe stato pari a 1500". E ancora: "Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti”.

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“Un problema per Milano”

"Molto male quello che è successo, molto bene però quello che sta facendo la Procura. È chiaro che è una situazione che va raddrizzata rapidamente perché era nell'aria che c'era qualcosa che non andava". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato l'inchiesta sulle tifoserie di Inter e Milan, a margine della presentazione del 10° Osservatorio Nazionale dello stile di vita sostenibile di LifeGate. "Queste indagini hanno portato a scoprire una serie di questioni che sono ovviamente un problema per la nostra città e per il nostro Paese - ha aggiunto -. Quindi grande attenzione a quello che sta succedendo". Sala non pensa che un eventuale commissariamento delle squadre possa influire nel dialogo sul nuovo stadio. "Rispetto all'ipotesi commissariamento, ricordiamo che noi abbiamo avuto per un certo momento la Fiera in condizioni analoghe e oggi è in una situazione splendida. Per cui ci si passa attraverso i problemi”.

“Il Comune ha chiesto l’accesso agli atti”

"Abbiamo fatto come Comune un accesso agli atti perché vogliamo sapere se ci sono aspetti che possono riguardare noi come soggetti che hanno avuto un danno. Noi di fatto stiamo affidando qualcosa che è nostro", cioè lo stadio, "a qualcun altro - ha aggiunto Sala -. Dobbiamo sapere se questo qualcun altro è in condizione di gestirlo. Il Comune per questo è parte in causa", e quel qualcuno "in questo momento deve dimostrare, come dicono i pm, di poter gestire”.

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Il verbale del responsabile della sicurezza Inter

"Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti, perché era stato concordato, inizialmente, un numero di 1.200". A parlare a verbale come teste, lo scorso febbraio, è Claudio Sala "responsabile sicurezza della prima squadra" dell'Inter, in merito alla vicenda dei 1500 biglietti che il direttivo della curva nord, Ferdico-Bellocco-Beretta, avrebbe preteso e ottenuto per la finale di Champions del 2023 a Istanbul. Biglietti concessi dalla società, come risulta dagli atti dell'indagine sulle curve milanesi, condotta da Polizia e Gdf e coordinata dalla Dda milanese col procuratore Marcello Viola, l'aggiunto Alessandra Dolci e i pm Paolo Storari e Sara Ombra. "Gli ultras - ha chiarito Sala - hanno avanzato, per tale partita, una richiesta di un numero importante, che non ricordo, di biglietti. Gli amministratori della società - ha proseguito - inizialmente, in virtù delle concessioni per la finale di Coppa Italia dell'anno precedente, avevamo stabilito un numero di 800 biglietti, che, Io, Silva ed il dott. Cameruccio avevamo ritenuto, sin da subito, essere un numero esiguo visto la portata dell'evento". Successivamente, si legge ancora nel verbale, "ritenendo tale numero basso per una finale di Champions League, il dott. Cameruccio ha inoltrato una richiesta aggiuntiva, agli amministratori delegati, per l'ottenimento di un numero maggiore di biglietti". A questo punto, ha aggiunto, "gli amministratori hanno deciso di rilasciare 1200 biglietti per gli ultras. Poi, il dott Cameruccio, dopo qualche giorno, ha ricevuto la notizia, con stupore, dagli amministratori della società, che il numero dei biglietti a favore del direttivo ultras sarebbe stato pari a 1500". E ancora: "Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti”.

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