Terremoto Inter, via mezza società! La clamorosa mossa Oaktree

Si va a grandi passi verso l’azzeramento del corpo dirigenziale. Novità anche sul caso ultras

MILANO - Oaktree stringe la morsa sull’Inter. Dopo aver studiato il dossier nerazzurro guardando la situazione dal suo interno, il fondo statunitense ha deciso di mettere pesantemente mano ai settori ritenuti più strategici: l’area corporate - che gestisce i piani legati al nuovo stadio - e quella della comunicazione. E si va a grandi passi verso l’azzeramento del corpo dirigenziale. L’ad Alessandro Antonello è in uscita (per lui si era parlato di un interessamento da parte della Roma dopo la separazione con Lina Souloukou) e lo stesso si può dire per Luca Danovaro, Chief Marketing Officer del Club. Terremoto pure nell’area comunicazione dove è ai saluti Matteo Pedinotti, la cui figura era indissolubilmente legata con Steven Zhang. I cambiamenti nell’area corporate e nella comunicazione sono figli dell’idea di avere un’unica visione legata al progetto stadio, ritenuto fondamentale per il futuro del club, ma pure dell’attenzione data all’inchiesta sugli ultrà, evento che ha molto turbato Oaktree anche per la comprensibile “pubblicità negativa” legata al marchio Inter (fine ultimo del fondo, non va dimenticato, è rivendere guadagnandoci).

Inter tra inchiesta ultrà e stadio

A livello legale è stato deciso di affiancare l’avvocato Angelo Capellini da un avvocato penalista mentre per quanto riguarda la comunicazione ci sarà un controllo sempre più stretto su un tema tanto scottante, nella speranza che la tempesta passi presto. Più articolato il discorso legato al nuovo San Siro, altro tema caldissimo per Oaktree. Qui gli uomini del fondo sono scesi subito in campo: Katherine Ralph ha affiancato Antonello negli incontri con Sala mentre Alejandro Cano si è aggiunto alla collega nell’incontro istituzionale tenutosi a Roma con Alessandro Giuli, ministro della cultura e Andrea Abodi, suo collega al dicastero dello sport. Anche le parole pronunciate a Berna da Beppe Marotta sull’argomento (tema sempre da lui sfiorato in passato) sono un segnale del nuovo corso: "La nostra proprietà ha accelerato questo percorso perché lo ritiene strategico, lo stadio è un asset patrimoniale che può garantire più ricavi, dall’altra può generare un forte senso di appartenenza e di fidelizzazione oltre ad attività sportive".

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Inter, e il mercato?

Proprio Marotta e con lui Piero Ausilio e Dario Baccin dovranno prendere le misure con il nuovo corso. Il mercato estivo era già stato apparecchiato con gli arrivi di Taremi e Zielinski a parametro zero e con la decisione di fare il grande investimento sul secondo portiere (Martinez) nella speranza di fare di lui l’erede di Sommer. I problemi sono sorti con l’infortunio di Buchanan: Inzaghi chiedeva un giocatore pronto (Rodriguez o Hermoso), entrambi ritenuti dalla proprietà non funzionali. Alla fine così è stato preso Palacios che finora non si è visto in campo ma che rappresenta comunque un investimento. È evidente che il terremoto nell’area corporate non può che portare a riflessioni anche tra chi deve gestire il bilancio per la prima squadra a livello di mercato ma pure di budget legati ai rinnovi contrattuali (finora, va detto, Oaktree ha avallato quelli di Inzaghi, Barella e Lautaro, mentre Dumfries è pronto per firmare, ma alle cifre proposte dall’Inter dopo aver fatto un importante passo indietro nelle richieste economiche).

Rivoluzione a M-I Stadio

Ieri infine - per completare il quadro - sono stati nominati i due amministratori di M-I Stadio - la società che gestisce il Meazza - in quota a Milan e Inter. Dopo Mark Van Huuksloot (Inter) è stato dimissionato pure Marco Lomazzi (Milan). Al loro posto sono stati nominati Stefano Cocirio (già Chief Financial Officer del club rossonero) e Massimiliano Catanese

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Inter-Juve, Zielinski play: ecco l'Inzagata nell'emergenza

Piotr Zielinski regista nel derby d’Italia con la Juve. Simone Inzaghi ci sta seriamente pensando. A Berna il polacco - che lì gioca in nazionale - si è alternato con Nicolò Barella nel ruolo. In più possiede l’esperienza per giocare in una posizione così delicata una partita tanto complicata. E complicata come un sudoku è la situazione a centrocampo. Perché per Hakan Calhanoglu - anche se l’interessato non vorrebbe alzare bandiera bianca - passando i giorni, diminuiscono le possibilità di vederlo in campo, mentre per quanto riguarda Kristjan Asllani - che, come rivelato da Inzaghi, ha subìto una leggera distorsione che ha coinvolto il legamento collaterale - solo oggi proverà a calciare la palla. Anche se dovesse superare il test, al match resterebbero l’allenamento di domani e la rifinitura di domenica mattina (quanto mai decisiva): vero è che nelle gerarchie l’albanese è l’alternativa a Calhanoglu, però nell’emergenza bisogna saper anche essere elastici ed è sicuramente meglio mettere in un ruolo tanto delicato un giocatore che sta bene (Zielinski) piuttosto che uno ancora convalescente. Ragionamento che trae forza anche dall’opportunità di riportare Barella nel ruolo dove riesce a fare la differenza, quello di mezzala: l’azzurro è infatti l’unico a poter giocare da play oltre a Zielinski e Asllani.   

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Riecco Buchanan 

Oggi intanto Carlos Augusto si sottoporrà agli esami strumentali ma a tutti è risultato evidente già a caldo come il problema muscolare patito dall’ex giocatore del Monza ai flessori della coscia sinistra sia serio. "Penso che l’infortunio di Carlos Augusto sia peggiore degli altri", ha sottolineato Inzaghi a Berna, quindi ci sarebbe da stupirsi di rivedere il giocatore prima della sosta per le nazionali. Questo vorrà dire che Matteo Darmian dovrà trasloccare pure a sinistra per far rifiatare Federico Dimarco. La coperta resta corta perché Darmian, non potendosi sdoppiare, lascerà senza un “guardaspalle” Denzel Dumfries. Per questo motivo è importante il rientro in gruppo di Tajon Buchanan che in questi giorni si è sempre allenato tranne martedì quando aveva un paio di linee di febbre. Il canadese deve però superare alcune remore (più che giustificate) legate all’impatto dei contrasti, dovute all’infortunio patito (frattura della tibia destra). Facile pensare in tal senso che Inzaghi possa favorire un inserimento graduale per averlo a tutti gli effetti a disposizione da metà novembre.  

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MILANO - Oaktree stringe la morsa sull’Inter. Dopo aver studiato il dossier nerazzurro guardando la situazione dal suo interno, il fondo statunitense ha deciso di mettere pesantemente mano ai settori ritenuti più strategici: l’area corporate - che gestisce i piani legati al nuovo stadio - e quella della comunicazione. E si va a grandi passi verso l’azzeramento del corpo dirigenziale. L’ad Alessandro Antonello è in uscita (per lui si era parlato di un interessamento da parte della Roma dopo la separazione con Lina Souloukou) e lo stesso si può dire per Luca Danovaro, Chief Marketing Officer del Club. Terremoto pure nell’area comunicazione dove è ai saluti Matteo Pedinotti, la cui figura era indissolubilmente legata con Steven Zhang. I cambiamenti nell’area corporate e nella comunicazione sono figli dell’idea di avere un’unica visione legata al progetto stadio, ritenuto fondamentale per il futuro del club, ma pure dell’attenzione data all’inchiesta sugli ultrà, evento che ha molto turbato Oaktree anche per la comprensibile “pubblicità negativa” legata al marchio Inter (fine ultimo del fondo, non va dimenticato, è rivendere guadagnandoci).

Inter tra inchiesta ultrà e stadio

A livello legale è stato deciso di affiancare l’avvocato Angelo Capellini da un avvocato penalista mentre per quanto riguarda la comunicazione ci sarà un controllo sempre più stretto su un tema tanto scottante, nella speranza che la tempesta passi presto. Più articolato il discorso legato al nuovo San Siro, altro tema caldissimo per Oaktree. Qui gli uomini del fondo sono scesi subito in campo: Katherine Ralph ha affiancato Antonello negli incontri con Sala mentre Alejandro Cano si è aggiunto alla collega nell’incontro istituzionale tenutosi a Roma con Alessandro Giuli, ministro della cultura e Andrea Abodi, suo collega al dicastero dello sport. Anche le parole pronunciate a Berna da Beppe Marotta sull’argomento (tema sempre da lui sfiorato in passato) sono un segnale del nuovo corso: "La nostra proprietà ha accelerato questo percorso perché lo ritiene strategico, lo stadio è un asset patrimoniale che può garantire più ricavi, dall’altra può generare un forte senso di appartenenza e di fidelizzazione oltre ad attività sportive".

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