Scudetto, arbitri e veleni: tra Inzaghi e Conte è sfida a colpi di retropensieri

Lo scontro diretto tra Napoli e Inter si giocherà il 2 marzo, ma è già iniziato a livello mediatico. E i nerazzurri prima affronteranno Fiorentina, Juve e Lazio...

MILANO -  I retropensieri ora li ha Inzaghi. Il quaderno delle lamentele nerazzurre era pronto nel cassetto e l’allenatore lo ha tirato fuori dopo il mancato rigore concesso nel derby per il contatto tra Pavlovic e Thuram (punta del piede destro sul polpaccio sinistro dell’interista). E il fatto che nella maggior parte dei casi si tratti di episodi in cui l’Inter ha vinto (o addirittura stravinto, come a Lecce), poco importa a latitudini nerazzurre. L’intenzione - in vista di un mese decisivo nella lotta scudetto, con tapponi dolomitici a Torino per affrontare la Juve quindi a Napoli per lo scontro diretto - è quella di evidenziare come l’Inter ultimamente si senta fortemente in debito nelle decisioni arbitrali. La lista parte da Riad (quando la punizione che ha portato al 2-1 da Theo Hernandez sarebbe nata da un colpo sul polpaccio di Morata ad Asllani) e prosegue con il rigore non dato in Inter-Bologna (Skorupski su Thuram), con quello non visto in Inter-Empoli (e Inzaghi ha sottolineato che "Lautaro ha ancora i punti sulla tibia" per l’entrata di Ismajli) e con il mani - sempre in area - di Baschirotto in Lecce-Inter.  

“L’ingenuità” di Thuram 

A far tracimare il vaso, quanto accaduto nel derby. Episodio, forse anche condizionato dall’ingenuità di Thuram che, dopo essere caduto a terra, ha continuato a giocare come se nulla fosse. Il designatore Rocchi, tra l’altro, ha promosso la direzione di Chiffi (che, al di là dell’episodio incriminato, ha comunque tenuto sempre saldamente in pugno il match), ma soprattutto ha assolto chi era al Var - ovvero Di Paolo e Doveri, il meglio tra i suoi uomini - perché il contatto sarebbe stato ritenuto non tale da inficiare la decisione presa in campo dall’arbitro. L’eco di quanto accaduto a San Siro è arrivata pure a Roma dove ieri si è celebrata la rielezione di Gravina a presidente federale. Mentre Marotta ha strategicamente scelto - visto pure il contesto - di tenere bassi i toni ("Evitiamo ogni tipo di polemica, bisogna accettare tutto"), Dejan Savicevic ha dato vita a un gustoso siparietto con Gianni Infantino, presidente della Fifa, nonché grande tifoso nerazzurro: "L’arbitro ieri doveva fischiare il rigore su Thuram. Sono milanista ma lo ammetto", ha sottolineato il Genio. Pronta la risposta dell’interlocutore: "Lo hai detto tu". 

 

 

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Antonio, il mastino 

Nella notte in cui Inzaghi (per la prima volta) ha alzato la voce contro gli arbitri, Antonio Conte è riuscito pure a polemizzare con il romanista Mancini perché “reo” di aver sottolineato come la Roma avesse avuto molte occasioni contro il Napoli. La risposta dell’allenatore non si è fatta attendere: "I giocatori quando sono in campo non si rendono conto, forse ha visto un’altra partita". Questo è un piccolo indizio che dimostra come Conte - un maestro nel vincere i campionati - sappia benissimo come in un testa a testa non vada lasciato nulla al caso, pure a livello mediatico. All’Inter, avendo avuto Conte per due anni, lo sanno bene e nessuno difatti si è sorpreso quando l’Antonio, dopo il rigore (peraltro sbagliato da Calhanoglu) assegnato contro il Napoli nello scontro diretto a San Siro, aveva parlato di retropensieri e aveva detto di non sentirsi sicuro con il Var.  

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Doveri a Firenze 

Ironia del destino, l’Inter ritroverà Doveri, aVar nel derby, giovedì a Firenze. Doveri era in campo pure nella gara del 1 dicembre, interrotta per l’arresto cardiaco di Edoardo Bove: la decisione del designatore Rocchi è figlia di una prassi - non di una regola - che si segue se non ci sono motivi particolari per cambiare la designazione (infortunio o altri impegni, magari all’estero). Denzel Dumfries, ammonito nel derby, sconterà la squalifica sempre con la Fiorentina ma lunedì a San Siro. Gli acquisti del mercato di gennaio non potranno invece scendere in campo.  

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MILANO -  I retropensieri ora li ha Inzaghi. Il quaderno delle lamentele nerazzurre era pronto nel cassetto e l’allenatore lo ha tirato fuori dopo il mancato rigore concesso nel derby per il contatto tra Pavlovic e Thuram (punta del piede destro sul polpaccio sinistro dell’interista). E il fatto che nella maggior parte dei casi si tratti di episodi in cui l’Inter ha vinto (o addirittura stravinto, come a Lecce), poco importa a latitudini nerazzurre. L’intenzione - in vista di un mese decisivo nella lotta scudetto, con tapponi dolomitici a Torino per affrontare la Juve quindi a Napoli per lo scontro diretto - è quella di evidenziare come l’Inter ultimamente si senta fortemente in debito nelle decisioni arbitrali. La lista parte da Riad (quando la punizione che ha portato al 2-1 da Theo Hernandez sarebbe nata da un colpo sul polpaccio di Morata ad Asllani) e prosegue con il rigore non dato in Inter-Bologna (Skorupski su Thuram), con quello non visto in Inter-Empoli (e Inzaghi ha sottolineato che "Lautaro ha ancora i punti sulla tibia" per l’entrata di Ismajli) e con il mani - sempre in area - di Baschirotto in Lecce-Inter.  

“L’ingenuità” di Thuram 

A far tracimare il vaso, quanto accaduto nel derby. Episodio, forse anche condizionato dall’ingenuità di Thuram che, dopo essere caduto a terra, ha continuato a giocare come se nulla fosse. Il designatore Rocchi, tra l’altro, ha promosso la direzione di Chiffi (che, al di là dell’episodio incriminato, ha comunque tenuto sempre saldamente in pugno il match), ma soprattutto ha assolto chi era al Var - ovvero Di Paolo e Doveri, il meglio tra i suoi uomini - perché il contatto sarebbe stato ritenuto non tale da inficiare la decisione presa in campo dall’arbitro. L’eco di quanto accaduto a San Siro è arrivata pure a Roma dove ieri si è celebrata la rielezione di Gravina a presidente federale. Mentre Marotta ha strategicamente scelto - visto pure il contesto - di tenere bassi i toni ("Evitiamo ogni tipo di polemica, bisogna accettare tutto"), Dejan Savicevic ha dato vita a un gustoso siparietto con Gianni Infantino, presidente della Fifa, nonché grande tifoso nerazzurro: "L’arbitro ieri doveva fischiare il rigore su Thuram. Sono milanista ma lo ammetto", ha sottolineato il Genio. Pronta la risposta dell’interlocutore: "Lo hai detto tu". 

 

 

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