
Tra passato e presente. Giuseppe Marotta, attuale presidente dell'Inter, a pochi minuti dal fischio d'inizio della sfida dell'Allianz Stadium contro la Juve, ha parlato ai microfoni di Dazn. Tema la gara di questa sera, ovviamente, ma anche la lotta Scudetto che vede coinvolti i nerazzurri. Non poteva mancare però anche una battuta sugli anni trascorsi da dirigente bianconero.
Marotta, Juve-Inter e il passato bianconero
Così Marotta sulla sfida alla Juve: "Al di là del punteggio è importante la prestazione da offrire. Se sarà una bella prestazione spero si possa tornare con una vittoria, ma siamo ancora in una fase interlocutoria del campionato. Spesso si dice che gli scontri diretti sono fondamentali per lo Scudetto, ma vediamo che ci sono mezzi passi falsi anche con squadre che sono dietro in classifica. La squadra è carica, è il Derby d’Italia: siamo pronti per affrontarlo nel modo giusto". In merito al suo passato bianconero: “Ho trascorso 8 anni molto belli, coronati da tanti successi, ho fatto una gran bella esperienza che mi è servita per arrivare a Milano e incidere con quelle che sono le mie idee. Sono molto contento di essere all’Inter, anche perché sono arrivate vittorie importanti: tutte le esperienze passate servano per farti crescere e diventare più saggio. Questa saggezza è maturata nelle mie esperienze passate: prima della Juve sono stato alla Samp, all’Atalanta, al Venezia. Tutto ciò che rappresenta il passato genere esperienza, e dall’esperienza arriva la saggezza".
Poi una risposta sul momento vissuto in casa Inter, con la serrata lotta Scudetto e con Simone Inzaghi apparso particolarmente elettrico nelle ultime uscite: "Si deve sapere che nei grandi club le pressioni aumentano, in Italia non c’è la cultura della sconfitta, ma quella dell’invidia. Sappiamo che recitiamo un ruolo da protagonisti, siamo i campioni in carica e tutti giocano per batterci. Dobbiamo adeguarci a queste cose e Inzaghi lo fa, poi la sua adrenalina a bordo campo è diversa rispetto alla mia in tribuna, la sua è superiore. Ma fa parte di una crescita di tutti noi, di una consapevolezza di essere protagonisti in tutte le competizioni a cui partecipiamo".