Da due anni l'Inter non perdeva due trasferte consecutive in campionato, negli ultimi 40 giorni sono arrivate tre sconfitte, con una sola vittoria nelle ultime quattro partite. Se non è un vero allarme, poco ci manca. La sconfitta contro la Juventus rischia di lasciare il segno, perché i campioni d'Italia si trovano a fare i conti con situazioni cui non erano abituati da parecchio tempo. Ovvero quel senso di vulnerabilità che mina le certezze costruite a suon di successi, impregnati di quella fame e cattiveria che non lasciavano scampo agli avversari. Caratteristiche ben lontane da quelle dell'Inter di adesso, che pur dominando il primo tempo si è ritrovata con un pericoloso "zero" nella casella dei marcatori, complici gli errori da matita rossa di Dumfries e Lautaro, oltre al palo colpito nel finale di tempo ancora dall'olandese. Ma il peggio doveva ancora arrivare, perché per qualche inspiegabile motivo la squadra di Inzaghi dopo l'intervallo è rimasta nello spogliatoio, consegnandosi a una Juventus molto più motivata, cui non è parso vero trovarsi di fronte un avversario inspiegabilmente arrendevole.
Mkhitaryan preoccupante
La spiegazione, abbastanza preoccupante, è arrivata da Mkhitaryan, le cui parole meriterebbero una seria riflessione: "Il problema è che, sapendo che siamo molto forti, ogni tanto ci rilassiamo troppo e siamo troppo sicuri di vincere - ha detto l'armeno -. Se direi ancora che siamo 'ingiocabili'? Sì, se giochiamo da Inter lo siamo". Il problema è che l'Inter non riesce a farlo per tutta la partita, con l'aggravante di fallire soprattutto negli scontri diretti: nelle nove partite disputate contro le prime della classe (dal Napoli al Bologna), i nerazzurri ne hanno vinte solo tre, contro Atalanta (4-0), Lazio (6-0) e Fiorentina (2-1 al ritorno).Per il resto un pareggio (1-1) e una sconfitta (1-2) nel derby e contro la Juventus (4-4 e 0-1), un pareggio contro il Bologna (2-2) e una sconfitta in casa della Fiorentina (0-3), con l'aggiunta dell'1-1 contro il Napoli a San Siro.