Ce lo hanno spiegato molto bene, anche con un filo di rimprovero, quando chiedevamo un filo di garantismo in più e, soprattutto, una giurisprudenza più fedele ai principi del diritto che richiede certezze per condannare. E siamo stati bacchettati da Mario Luigi Torsello, uno dei giudici della Corte d’Appello federale che ha giudicato la Juventus sul caso plusvalenze: «La tempestività è fondamentale, la certezza assoluta comporterebbe un rallentamento del procedimento sportivo, diversamente da quanto prevede il principio di tempestività». E abbiamo preso umilmente nota.
Il caso Lautaro
Appuntandoci anche le parole del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea: «Il profilo del giudice sportivo è un profilo che deve lavorare con l’immediatezza, la celerità, assoluta velocità, perché il bene primario è la regolare prosecuzione dei campionati». Però adesso non ci capiamo più niente. Perché il caso bestemmia ci confonde. Ricapitoliamo: Lautaro Martinez avrebbe bestemmiato alla fine di Juventus-Inter del 16 febbraio. Le immagini fanno il giro di tutti i media già nella notte di domenica e lunedì sono ovunque. Si ipotizza la squalifica di Lautaro (secondo regolamento), ma si citano anche casi nei quali senza l’audio (le immagini in questo caso sono “mute”) non si è condannato. Nei comunicati del Giudice non c’è traccia del caso e dalla Procura Federale non arrivano segnali. Lautaro, quindi, gioca Inter-Genoa. Anzi la decide proprio lui con l’unico gol della partita.