Calciopoli, l'unica grande verità: il regalo agli 80 anni di Moratti e alla sua "Juventus ladra"

Solo la sua squadra non riuscì a battere i bianconeri negli anni. Altro che "muro invalicabile". E le fantasie si mescolano ai ricordi...
Calciopoli, l'unica grande verità: il regalo agli 80 anni di Moratti e alla sua "Juventus ladra"© www.imagephotoagency.it

Il disastro del racconto del calcio in Italia, puntata numero 495: l’intervista per gli ottant’anni di Moratti, cui porgiamo anche i nostri auguri. Le chiacchierate amichevoli, quasi inginocchiate, con l’ex presidente interista, sono un classico della letteratura giornalistica nostrana: per gustarsele appieno, si consiglia di scorrere in tutta fretta le domande che non interessano nessuno per arrivare al 1998 e alla sua bizzarra ricostruzione di Calciopoli, ovviamente senza che gli venga mossa alcuna obiezione, anche quando i fatti dicono l’esatto contrario di quanto affermato dal nostro festeggiato.

Stavolta non serve aspettare molto, basta saltare la prima domanda per arrivare al legame affettivo con le sue Inter che non hanno vinto (molte, a quanto ricordiamo): l’assist è delizioso per regalarci subito il riferimento ai “meravigliosi ragazzi del ’98 che non vinsero lo scudetto soltanto per una “ladrata” della Juve”. Dice proprio così, “ladrata”, come non sarebbe ammesso neanche su un canale tematico di tifosi appena accettabile ma invece sul tema e su certi media tutto è concesso, se si tratta di gettare veleni sulla Juventus e operare una ricostruzione storica che regge solo per la propaganda nostrana.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Inter

Solo l'Inter incapace di battere la Juventus in quegli anni

Ricordiamo tutti gli elementi fattuali utili a smentirla: i bianconeri al momento del famoso impatto Iuliano Ronaldo erano in vantaggio in classifica e nel match, contatti del genere sono stati fischiati molto raramente in seguito, i validi telecronisti di allora – prima che si attivasse la macchina della propaganda – erano sconvolti dalla folle reazione della panchina interista, entrata tutta in campo durante lo svolgimento della partita, ben più che da quel celebre “body check” (lo definirono così): non c’è bisogno di leggere le due formazioni a confronto per comprendere come il racconto di una Inter migliore di quella Juve ma frenata dai soliti arbitri possa reggere solo grazie al periodico racconto avvelenato di qualche protagonista di allora sui principali media.

Non basta, perché arriva la domanda sull’avversario che l’abbia fatto più disperare e il festeggiato non può che insaccare ancora una volta a porta vuota: “la Juventus di quegli anni era un muro oltre il quale non si poteva andare”. Ebbene, caro il nostro festeggiato, quel muro non era esattamente invalicabile, se lo hanno superato già dall’anno successivo il Milan di Zaccheroni, la Lazio di Perugia, la Roma di Nakata e non c’è riuscita solo l’armata morattiana di Gresko, Recoba e compagnia di fronte a 80mila spettatori e 21 giocatori uniti dall’obiettivo di farli vincere. Niente da fare, ovviamente per colpa di un rigore non fischiato a Ronaldo nelle giornate precedenti.

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Pirlo-Guglielminpietro, miele Thohir, Calciopoli fantasy

Si passa oltre ricordando l'acquisto migliore (“Pirlo”), poi quelli sbagliati e gli errori da non rifare (sempre Pirlo, ma non fu poi così malvagia l'idea di scambiarlo con Guglielminpietro, o comunque si può sempre dire che lo scambio fu colpa della Cupola), al che il festeggiato ha una reazione d’orgoglio, ovviamente detta col sorriso placido dell’uomo buono: “ma stiamo qui a parlare solo di cose negative?”.

L’intervista non ci sembrava così dura ma per fortuna ma c'è ancora il tempo per dedicare parole al miele per Thohir e Zhang (anche qui ci verrebbe qualche piccola obiezione, ma è pur sempre la sua festa), la Champions in arrivo e lo scudetto ancora possibile ma la verità è che, da narratore fazioso, non vi ho riportato l’unica vera grande verità di Moratti: “Calciopoli resta una delle pagine più brutte del nostro calcio”. E qui, ripensando a un’inchiesta partita già con un solo obiettivo, al Commissario un po' troppo tifoso, al tavolino per motivi etici inesistenti, alle chiamate prima della semifinale di Coppa Italia contro il Cagliari per ricordare lo "score" negativo di un arbitro con i nerazzurri al fine di condizionarlo un po', a tutte le telefonate degli “onesti” sparite, dimenticate e poi finite nei trafiletti, alla prescrizione perché “ops, le avete trovate troppo tardi”, insomma al calcio rovesciato scientificamente in segreteria, davvero non riusciamo a dargli torto.

 

 

 

 

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Il disastro del racconto del calcio in Italia, puntata numero 495: l’intervista per gli ottant’anni di Moratti, cui porgiamo anche i nostri auguri. Le chiacchierate amichevoli, quasi inginocchiate, con l’ex presidente interista, sono un classico della letteratura giornalistica nostrana: per gustarsele appieno, si consiglia di scorrere in tutta fretta le domande che non interessano nessuno per arrivare al 1998 e alla sua bizzarra ricostruzione di Calciopoli, ovviamente senza che gli venga mossa alcuna obiezione, anche quando i fatti dicono l’esatto contrario di quanto affermato dal nostro festeggiato.

Stavolta non serve aspettare molto, basta saltare la prima domanda per arrivare al legame affettivo con le sue Inter che non hanno vinto (molte, a quanto ricordiamo): l’assist è delizioso per regalarci subito il riferimento ai “meravigliosi ragazzi del ’98 che non vinsero lo scudetto soltanto per una “ladrata” della Juve”. Dice proprio così, “ladrata”, come non sarebbe ammesso neanche su un canale tematico di tifosi appena accettabile ma invece sul tema e su certi media tutto è concesso, se si tratta di gettare veleni sulla Juventus e operare una ricostruzione storica che regge solo per la propaganda nostrana.

 

 

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