Barzagli: «E’ un successo d’oro, così si lavora sereni»

La morale di Barzagli, che ha compiuto un’impresa: il recupero lampo
Barzagli: «E’ un successo d’oro, così si lavora sereni»© www.imagephotoagency.it

TORINO - Il primo mezzo miracolo Barzagli l’aveva confezionato con quel recupero lampo a Berlino, anche se poi il Barcellona aveva ugualmente piallato i suoi sogni. L’altra metà del miracolo, quella che mancava all’appello, è venuta alla luce ieri a Shanghai. Altro rientro anticipato, alla faccia del rischio di incappare in una ricaduta. Non solo: il difensore, che non è proprio un bambino, e a 34 anni ha i muscoli e i tendini non esattamente in garanzia, si è pure stagliato per tempismo e lucidità, nel solco di un interventismo difensivo che quasi mai ha patito scompensi. Morale della favola: Barzagli è vivo e vegeto.

LA JUVE: «A FERRAGOSTO» - Barzagli si era fatto male il 25 luglio, in amichevole con il Borussia. Lesione di primo grado all’adduttore della coscia destra, con allegato il comunicato ufficiale della Juventus: che parlava di 20 giorni di stop. Insomma, sino a Ferragosto. Ma poi lui è tornato a metterci del suo. Barzagli ha la capacità fuori dal comune di saper manipolare la soglia del dolore, e anche i possibili turbamenti psicologici, le ansie, le preoccupazioni, i timori. E la sua potenza consolidata si sposa con un classico leit motiv: la forza della difesa, che anche ieri ha annichilito la Lazio. A conferma che (da Conte ad Allegri) la retroguardia resta il miglior piedistallo su cui erigere i successi.

BONUCCI: PER I GUFI - «E’ stato importante partire bene, cominciare la stagione con un trofeo e continuare la striscia vincente - ha detto il difensore alla fine -. Non è stato facile, perché la Lazio ci ha messo in difficoltà, soprattutto nel primo tempo. E poi abbiamo giocato in una situazione non ideale: c’era caldo e c’era pure tanto vento. Ora abbiamo davanti a noi 15 giorni di lavoro per preparare con calma una stagione che sarà non solo lunga, ma molto difficile. E’ stato molto importante partire col piede giusto: potremo lavorare serenamente». Parole comprensibili, per una Juve condizionata dagli infortuni e obbligata a vincere per definizione, al primo test di Allegri(a) post addii solenni di Pirlo, Tevez e Vidal, con consequenziale rivoluzione di mercato. «Era importantissimo vincere anche per dare una risposta a chi nutre dubbi su questa nuova Juve», ha aggiunto un Bonucci salace. «Quello che non è cambiato è la fame di vittorie. Abbiamo disputato una grandissima partita in condizioni non ottimali. E’ stata una gara difficile, ma negli episodi siamo stati bravi e abbiamo concesso poco ad una Lazio che davanti ha tre grandissimi giocatori».

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