Juventus-Milan, riecco l’asse ma non è più alleanza

Agnelli e Galliani insieme solo per la riforma dei campionati

MILANO - Una riunione in sede tra Adriano Galliani e Barbara Berlusconi per dimostrare l'unità di intenti del club rossonero di fronte alle dichiarazioni di Andrea Agnelli. Era andata così all'indomani dell'ultima volta a Torino tra Juventus e Milan, nove mesi fa, nella serata rimasta nella memoria per la polemica sulla linea tv del fuorigioco inesistente del gol di Tevez. Il presidente bianconero, nel feroce botta e risposta delle ore successive alla partita dello Stadium, aveva maliziosamente indugiato sulle divergenze tra i due ad di via Aldo Rossi. Una situazione che rappresenta bene la geometria variabile dei rapporti tra Juventus e Milan degli ultimi anni. Uno scenario di rivalità politica, con brevissime schiarite su temi specifici, e la presenza di una terza sponda difficilmente collocabile, da quando Barbara Berlusconi è diventata dirigente rossonera.

IL DUALISMO SU TAVECCHIO - Emblematica di questo nuovo assetto, in continua evoluzione, è stata la campagna elettorale per la presidenza della Figc dell'estate 2014. In quella corsa Galliani ha sostenuto apertamente Carlo Tavecchio, negli stessi giorni in cui Barbara Berlusconi chiedeva «una candidatura che vada in maniera convinta nel senso del rinnovamento e del cambiamento». Identikit più adatto al profilo di Demetrio Albertini, sostenuto dalla Juventus, che a quello dell'ex capo della Lega Nazionale Dilettanti. Al punto che lo stesso Tavecchio se ne uscì con una precisazione al limite del brusco: «Non decide Barbara Berlusconi». E in effetti alla fine è andata così. 

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