Lazio-Juventus, Lotito-Agnelli: sfida totale

Club agli antipodi: “monarchia” Lazio vs Juve “corporation”. E nelle istituzioni il duello è rovente: tra diritti tv e politica
Lazio-Juventus, Lotito-Agnelli: sfida totale

ROMA - Dici Lazio contro Juve, dici Claudio Lotito contro Andrea Agnelli. Una sfida tra due mo(n)di opposti di intendere, vivere, organizzare il calcio.

POLITICA FEDERALE - La vittoria più importante del Lotito politico avviene l'11 agosto 2014, quando Carlo Tavecchio vinse la corsa a via Allegri battendo Albertini. Da quel giorno il patron della Lazio divenne mezzo patron azzurro, ottenne la divisa della Nazionale e il pass degli spogliatoi, un ufficio in Figc e annessa delega alle riforme: tetto alle rose e fairplay finanziario. Quanto alla riforma dei campionati resta tutto fermo. Al ringiovanimento, Lotito ha contrapposto la continuità con Tavecchio, amico di Blatter e Platini, protagonista già prima della sua elezione di varie gaffe che hanno destato l'irritazione di Coni e governo. Ora ne appoggia la ricandidatura. Decisamente di altre opinioni Andrea Agnelli, che all’elezione di Tavecchio si è fermamente opposto (parlando poi di «una sconfitta per il calcio e una vittoria per alcuni abili e disinvolti personaggi che affondano le radici del loro consenso in un tempo lontano, durante il quale la logica della satrapie poteva reggere il potere»). Il presidente bianconero sta lottando per una netta rivoluzione del sistema calcio e delle sue figure chiave nelle stanze dei bottoni. La parola d’ordine, per lui, deve essere “rinnovamento”. E diventa fondamentale il confronto con le realtà straniere, anziché l’arroccamento alle dinamiche interne ormai consolidate.

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