Juventus, Morata è il bomber dalla doppia faccia: spietato o spento

Dalle frasi in cui spingeva per restare a Torino alle perplessità sul calcio italiano: i prossimi quattro mesi saranno decisivi
Juventus, Morata è il bomber dalla doppia faccia: spietato o spento© www.imagephotoagency.it

TORINO - Il dilemma è servito sul piatto del mercato con largo anticipo ed è destinato a surriscaldare l’estate bollente bianconera. Restare alla Juventus per consacrarsi una volta per tutte oppure tornare alla casa base a Madrid per poi, presumibilmente, essere utilizzato quale pacco postale da girare altrove? Alvaro Morata avrà tutto il tempo necessario per rifletterci. E lo stesso farà la Juventus, che in ogni caso dovrà accettare scelte e condizioni altrui nel rispetto della clausola. Peraltro il panorama internazionale propone soluzioni alternative piuttosto accattivanti, soprattutto disponendo di una trentina di milioni da reinvestire. L’ambiente bianconero comunque - dopo le indiscrezioni che raccontano di un Real convinto di effettuare la recompra per riprendersi l’attaccante - si interroga sui pro e i contro, evidenzia i pregi di Morata e al tempo stesso rimembra i difetti. Difficile dire con certezza da che parte penda la bilancia, anche perché il divario non è così netto: si danza tra le potenzialità di un bomber che, specialmente in Champions, ha lasciato il segno in un anno e mezzo di Juve. Tuttavia le perplessità - azzerate nella passata stagione - sono lievitate di fronte all’incostanza mostrata nell’annata in corso. La discontinuità gli è costata pure il posto da titolare a favore di Mario Mandzukic, posizione recuperata adesso a causa dell’infortunio del croato.

DISCORDANZE - Cosa ne pensa il diretto interessato? Le sensazioni appaiono contrastanti e variano anche sulla base delle prestazioni. C’è stato un periodo durante il quale le frasi dello spagnolo celavano una volontà piuttosto evidente di rimanere a Torino per diventare grande, pur senza mai nascondere l’attaccamento spiccato per la sua Madrid e per la squadra nella quale è cresciuto. Nelle ultime settimane la musica parrebbe cambiata: Morata avrebbe perciò lasciato intendere di trovare sempre meno divertente il calcio italiano, incentrato sull’esasperazione della tattica, soprattutto quando deve agire da esterno offensivo.

ALTI E BASSI - Indipendentemente dalle opinioni, la Juventus andrebbe eventualmente a perdere un attaccante di indubbio valore nell’immediato, ma anche dal potenziale ancora tutto da scoprire. Morata infatti ha 23 anni e può crescere ancora. Vede la porta, è inserito nel sistema bianconero ed è parte integrante (e ben integrata) dello spogliatoio. Inoltre dispone di una versatilità piuttosto rara per il ruolo e, specialmente nella passata stagione, ha dimostrato di poter essere decisivo quando il pallone scotta in sfide da far tremare i polsi pure ai veterani. Non gli manca il sangue freddo, tuttavia sono emerse delle spine in questa stagione. Al di là delle vicende private - le quali peraltro sarebbero sistemate - Morata ha perso il posto da titolare e non ha sprigionato quella grinta che sarebbe stato lecito attendersi. Il suo rapporto con Max Allegri, inoltre, è diventato piuttosto agitato. Per carità, l’allenatore lo ha spronato e caricato, anche utilizzando a più riprese parole di stima e di considerazione per l’attaccante. Però alcune tensioni - dagli ormai famosi calzettoni di Mönchengladbach alle dichiarazioni post vittoria contro il Genoa  - lasciano intendere come il tecnico livornese si attenda molto di più dal suo numero 9.

MANDARE UN SEGNALE - Soppesare punti di forza e sfumature negative del bomber spagnolo serve soprattutto come argomento di discussione per ambiente e tifosi, ma a conti fatti le valutazioni possono condizionare in maniera minore le decisioni dei protagonisti della vicenda. Saranno i prossimi quattro mesi, presumibilmente, a tracciare la strada per Morata, anche sulla base di ciò che otterrà la Juventus grazie alle sue prestazioni. Ora è chiamato a mandare un segnale e a dare una scossa alla stagione personale per tornare quello che nella scorsa stagione aveva fatto innamorare buona parte dell’opinione pubblica bianconera.

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