TORINO - In vacanza si porterà la gioia «intensa» dell’accoppiata Scudetto-Coppa e un pensiero fisso: «L’anno prossimo vincere la Champions League sarà l’obiettivo numero uno, senza dubbio». Lo sguardo di Paulo Dybala resta freddo anche nel delirio della festa divampata nel ventre dell’Olimpico, quando tutta la gioia repressa nelle ultime settimane è finalmente esplosa nello spogliatoio juventino. L’argentino ha scherzato con i compagni, è salito sulla traversa davanti alla Curva Nord, ha esultato follemente al fischio finale: non si è mai tirato indietro, ma poi riesce a tornare serissimo quando analizza la sua prima stagione in bianconero.
COMPAGNI E AMICI - La medaglia celebrativa al collo, i capelli pettinatissimi, Dybala risponde compito alle domande del dopo partita, quando piomba su di lui Paul Pogba gridando e canzonandolo con un tentativo di imitazione della cadenza sudamericana: «Eccolo qui, el fenomeno, el campeon». E ride, coinvolgendo anche lo stesso Dybala nella risata.
QUESTIONE OLIMPICA - Già, perché Dybala non andrà in Coppa America e neppure alle Olimpiadi. E se la prima gioia gli è stata negata dalla convocazione quantomeno curiosa del “cinese” Lavezzi al suo posto (uomo assai gradito al clan di Messi, per intendersi), sulla kermesse di Rio si è messa di traverso la Juventus che ha potuto negare Dybala all’Argentina per regolamento (le Olimpiadi sforano dalle date Fifa). Paulo ha accettato la decisione con un pizzico di dispiacere, anche se il suo desiderio più grande era legato alla Coppa America: «Non disputerò le Olimpiadi purtroppo, perché la Juventus non mi ha dato il permesso. Sicuramente mi dispiace, perché non ho mai giocato con la Nazionale un torneo così… mi consolerò in vacanza. Ci sarei andato a Rio, ci sarei andato molto volentieri, ma non è una scelta mia».
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