Juventus, dal purgatorio della B alla leggenda. La rinascita con Agnelli. E ora la Champions

Tutte le tappe dal 2006 a oggi: la ricostruzione del club e del suo dna sportivo. Lo Stadium, l'era Conte e ora Allegri che vuole anche la Champions
Juventus, dal purgatorio della B alla leggenda. La rinascita con Agnelli. E ora la Champions© LaPresse

TORINO - Dal purgatorio alla leggenda. Dalla Serie B, conosciuta per la prima volta nella storia nella stagione 2006-2007 per colpa di calciopoli, al sesto scudetto consecutivo dopo aver battuto il Crotone in casa. Un’impresa unica, quasi da non crederci. Un’impresa firmata dalla Juventus del presidente Andrea Agnelli, dell’ad Beppe Marotta, del ds Fabio Paratici, dei campioni come Gigi Buffon che mai l’hanno abbandonata: durante il suo mandato, il club è tornato a vincere, come richiede il suo dna, il suo palmares, la sua tradizione. Un anno di assestamento e poi riecco la Vecchia Signora del calcio italiano. Tricolore ininterrottamente dal 2012 ad oggi. Prima con l’era griffata da Antonio Conte, colui che ha ridato orgoglio e grinta all’intero mondo bianconero. Poi con quella di mister Max, quell’Allegri catapultato alla Juve dall’addio dell’ex capitano, all’improvviso, con tanto di insulti e di accoglienza perlomeno discutibile. Sul campo, la sua squadra ha vinto tre titoli di campione d’Italia e ha raggiunto due finali di Champions League. Eccolo, il grande balzo in avanti: arrivare all’atto conclusivo in Europa, la magnifica ossessione che questa Juventus può trasformare in delirio, in goduria assoluta. Prima, però, è tempo di festa per essere entrati nella leggenda del calcio italiano. E di riposo per qualche giorno, in vista del rush che porterà a Cardiff, alla madre di tutte le sfide, quella con il Real Madrid di Zinedine Zidane, l’ex delizia ora rivale da affossare. Senza pietà. Con signorilità.


LE TAPPE - I processi dell’incredibile estate del 2006 hanno spedito giù il club più titolato d’Italia. La fine di un’epoca, con il vertice dirigenziale azzerato. John Elkann, il proprietario, ha dapprima messo Giovanni Cobolli Gigli e Jean Claude Blanc a comandare le operazioni, con ds Alessio Secco e Roberto Bettega a collaborare sul mercato. A parte la promozione immediata con Didier Deschamps in panchina ma subito costretto all’addio anticipato, dal punto di vista sportivo zero risultati apprezzabili, se non il ritorno in Europa League. Tante delusioni, e tensioni, un approccio non da vera Juve e quindi il nuovo cambio, con un rappresentante della Famiglia tornato a guidare la società. Due ricapitalizzazioni, lo Stadium di proprietà e quindi il nuovo corso. Da qui è rifiorita la Juventus, da qui sono sbocciate le vittorie in serie, da qui si è riaffermato l’amore dei 14 milioni di tifosi nella penisola, per non dire di quelli sparsi nel mondo, numerosissimi.


IL SOGNO CHAMPIONS - Adesso, inutile, ribadirlo, c’è fame di Champions. E’ passato troppo tempo da quando Gianluca Vialli e compagni hanno alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie, nel 1996, con Marcello Lippi in panca. Ora un altro toscano ci riprova, ora è la Juve di Max Allegri, in tutto e per tutto.

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