SARRI E SPALLETTI - «Sarri mi manda in confusione? Era una battuta per sdrammatizzare la tensione. E quando Spalletti sostiene che non possiamo nasconderci perché siamo i più forti e giochiamo per vincere, dice una cosa ovvia. Del resto anche loro giocano per vincere, come la Roma di cui non parla nessuno però è una squadra che ha grande equilibrio e grande tecnica. Così come il Napoli: non è che loro hanno perso una partita e ora non contano più. Penso anche alla Lazio che continua a stupire. Ha ragione Spalletti: la Juve gioca per vincere, anche se per la Juve è un compito più difficile delle altre visto che negli ultimi sei anni abbiamo sempre vinto noi».
ENTUSIASMO INTER - «Ma l’entusiasmo ce l’abbiamo anche noi, anzi dobbiamo averne di più. Dopo sei anni di scudetti c’è bisogno di ancor più spensieratezza, sapendo che tutti hanno voglia di battere la Juve e noi dovremmo fare qualcosa di straordinario per rivincere ancora. Perché quest’anno l’impegno normale non basta per arrivare primi, c’è da fare di più».
SCUOLA TOSCANA E CRISI NAZIONALE - «Ci sono parecchi bravi allenatori, si vede che la Toscana ha un buon dna. Ma anche altrove è così, tutta la scuola degli allenatori italiani è brava. In questo momento c’è da fare un passo indietro sui settori giovanili, lavorando sui singoli, non ingabbiandoli e facendoli crescere come polli d’allevamento. Questa è la prima problematica da risolvere. Quando ero bambino, quarant’anni fa, gli allenatori assistevano all’allenamento. Ora non possiamo pensare a far fare lavori didattici ai bambini, i ragazzini vanno fatti crescere. Dal 1970 al 2016 la Nazionale ha ottenuto risultati straordinari, non è tutto da cambiare. C’è solo da cambiare qualcosa perché il calcio non è più quello di 40 anni fa».
IO E ULIVIERI - «Gli ho parlato, ci siamo chiariti, poi vedremo. Le decisioni saranno prese in un altro momento. Ora il ct della Nazionale è l’ultimo dei problemi».