Szczensy: «Buffon? Se continuasse sarebbe un bene per lui e per la Juventus»

Intervista esclusiva al portiere polacco: «L'età è solo un numero. Anche negli ultimi anni è stato il più forte, o tra i più forti, in Serie A»
Szczesny© www.imagephotoagency.it

TORINO - Un portiere è un portiere, cioè non può essere un tipo normale. E Wojciech Szczesny, ribattezzato “Tek” dai compagni per non ingarbugliarsi la lingua chiamandolo, è un vero portiere, quindi un po’ matto e certamente originale. Ma a conoscerlo da vicino si scopre un ragazzo intelligente ed eclettico, sprovvisto - almeno per il momento - del dizionario del bravo calciatore dal quale pescare frasi fatte per l’intervista perfetta. Szczesny dice quello che pensa. Ma soprattutto pensa.

Szczesny, tracci un primo bilancio dell’esperienza bianconera.
«Mi aspettavo di venire qui e lottare fino alla fine per conquistare trofei. Siamo arrivati a marzo e siamo ancora in corsa in tutte le competizioni. Ho avuto anche la fortuna di giocare un po’ di più di quanto pensassi e credo di aver fatto abbastanza bene. Quindi sono molto contento».

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E’ stata una scelta facile quella di venire alla Juve sapendo di dover “condividere la titolarità” con Buffon oppure ha avuto bisogno di un bel po’ di riflessioni? 
«No, una volta capito che era tempo di andare via dall’Arsenal, è subito arrivata l’offerta della Juve e a quel punto la scelta è stata molto facile. Da una parte, è vero, sapevo che c’era Gigi che è una leggenda della storia del calcio, però per me era anche un’opportunità di allenarmi con il portiere più forte del mondo. E siccome io credo di avere tanto spazio per migliorare, era un’occasione enorme imparare da un campione così. E poi penso che sia un’esperienza positiva un anno da... ecco, non portiere di riserva, perché non mi sento così, ma comunque da portiere che non gioca tutte le partite. Perché io non ho mai vinto un campionato e posso imparare sia da Gigi sia da altri campioni come comportarmi in certe situazioni. Poi sarà molto più facile diventare titolare dopo questa esperienza. Proprio perché ora posso imparare dai campioni senza troppa pressione addosso».

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Se continuasse Buffon, si stupirebbe?
«Credo che se continuasse sarebbe un bene per lui e per la squadra. Perché la squadra ha ancora bisogno di Buffon: come capitano e come grande portiere. L’età è solo un numero: anche negli ultimi anni è stato il portiere più forte, o tra i più forti, in serie A e con il suo status di leggenda aiuta molto la squadra e sarebbe una soluzione perfetta».

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TORINO - Un portiere è un portiere, cioè non può essere un tipo normale. E Wojciech Szczesny, ribattezzato “Tek” dai compagni per non ingarbugliarsi la lingua chiamandolo, è un vero portiere, quindi un po’ matto e certamente originale. Ma a conoscerlo da vicino si scopre un ragazzo intelligente ed eclettico, sprovvisto - almeno per il momento - del dizionario del bravo calciatore dal quale pescare frasi fatte per l’intervista perfetta. Szczesny dice quello che pensa. Ma soprattutto pensa.

Szczesny, tracci un primo bilancio dell’esperienza bianconera.
«Mi aspettavo di venire qui e lottare fino alla fine per conquistare trofei. Siamo arrivati a marzo e siamo ancora in corsa in tutte le competizioni. Ho avuto anche la fortuna di giocare un po’ di più di quanto pensassi e credo di aver fatto abbastanza bene. Quindi sono molto contento».

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