Matuidi e Mandzukic, gli eroi mondiali che trascinano la Juventus

Il centrocampista francese e l'attaccante croato, avversari nella finale di Coppa del Mondo, sono tornati al lavoro per ultimi ma sono già decisivi
Matuidi e Mandzukic, gli eroi mondiali che trascinano la Juventus© www.imagephotoagency.it

TORINO - La stagione che inizia dopo il Mondiale è sempre complicata, soprattutto nella prima fase e soprattutto per le grandi squadre: perché hanno avuto tanti giocatori impegnati con le Nazionali, che quindi hanno speso tante energie fisiche e mentali e per giunta hanno poi iniziato ad allenarsi in ritardo, proprio per poter smaltire un po’ di quelle fatiche. Tutto arcinoto e anche tutto vero, come peraltro dimostra la classifica dopo le prime tre giornate di campionato, con Napoli, Roma, Inter e Milan tutte sconfitte una volta e giallorossi e nerazzurri impantanatisi anche in un pareggio. Poi però ci sono anche le proverbiali eccezioni che confermano la regola e non è un caso che due di queste eccezioni giochino nella Juventus, unica delle grandi non solo imbattuta, ma pure a punteggio pieno.

FATICHE MONDIALI - Le eccezioni sono ovviamente Mario Mandzukic e Blaise Matuidi, che il Mondiale non soltanto lo hanno giocato, ma lo hanno anche vinto (il centrocampista francese) e inseguito fino alla finale (l’attaccante croato). Avversari nell’ultimo atto del 15 luglio a Mosca, mentre Cristiano Ronaldo atterrava per la prima volta all’aeroporto di Caselle, Matuidi e Mandzukic in Russia hanno giocato rispettivamente 336 e 609 minuti, punti fermi di Francia e Croazia. Uno status che il centrocampista si è conquistato proprio al Mondiale, iniziato da riserva: poi il passaggio dal 4-3- 3 al 4-2-3-1 deciso da Didier Deschamps lo ha reso indispensabile nel ruolo di esterno offensivo sui generis a sinistra, pronto a trasformarsi in mezzala per garantire equilibrio (ruolo svolto anche nella scorsa stagione in bianconero). Il ct gli ha risparmiato solo la terza ininfluente partita del girone, mentre ai quarti contro l’Uruguay è stato sottoposto a riposo forzato per squalifica. Imprescindibile, invece, Mandzukic nella Croazia lo è da anni. Anche a lui il ct Zlatko Dalic ha evitato la terza inutile partita del girone, ma per il resto del torneo non ne ha mai fatto a meno, se non per i minuti finali. Minuti che peraltro per la Croazia sono stati per ben tre volte, dagli ottavi alle semifinali, 120 anziché 90. Alla fatica, alla gioia per uno e alla delusione per l’altro, sono poi seguite le meritate vacanze. (...)

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