Pagina 4 | Juventus, Allegri: «Ronaldo grande professionista, dentro e fuori dal campo»

TORINO - C'è Massimiliano Allegri in conferenza stampa alla vigilia di Udinese-Juventus. Tanti gli argomenti toccati, dall'Udinese a Ronaldo e gli obiettivi della squadra. «Cristiano sta bene, riguardo alle sue vicissitudini dico che lo conosco da tre mesi e posso dire che in 15 anni di grande carriera ha dimostrato grande professionalità e serietà, dentro e fuori dal campo. Lui si dedica molto anche al sociale e questo la dice tutta. Domani è pronto a rientrare. La coesistenza tra Dybala e Ronaldo? Non è che devono adattarsi, devono solo conoscersi meglio. Giocare senza centravanti è diverso che farlo con un giocatore che attacca le difese, è dentro l'area e crea spazi. Mandzukic, Cristiano e Dybala hanno giocato insieme, ma capiterà anche ne giochino due, perché uno dovrà riposare e recuperare».

RONALDO E IL PORTOGALLO - «Sapevo che Cristiano non sarebbe andato in Nazionale, aveva concordato con il ct e il presidente della Federazione portoghese di non andare. E' meglio, potrà lavorare qui con noi. La protezione che la Juve dà e le sue vicissitudini extracampo? E' giusto che la Juve lo faccia in un momento delicato, però Ronaldo ha talmente le spalle larghe, è talmente concentrato che farà bene. Cristiano sereno, ha fatto ieri un buon allenamento, con la sfida ai tiri in porta assieme a Mandzukic, Kean e Cancelo: è tranquillo, pronto a rientrare. Ma ribadisco la professionalità e la serenità di Ronaldo dentro e fuori dal campo».

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INFORTUNATI E FORMAZIONE - «Khedira è out, si stanno facendo delle valutazioni per capire quando rientrerà, fortunatamente c'è la sosta. Se il suo infortunio poteva essere evitato? Semplice, è rientrato e si è rifatto male, non è vero che non doveva rientrare. Ora vediamo l'entità dell'infortunio, può darsi che si tratti solo di un risentimento. Farà gli esami, di sicuro sarà più riposato per le prossime partite, per la seconda parte della stagione. Non c'è problema, abbiamo Bentancur ed Emre Can in grande crescita, magari Cuadrado o Bernardeschi faranno la mezz'ala, qualcuno ci sarà. Bentancur ha buone possibilità di giocare titolare, valuterò in allenamento la situazione dei ragazzi che hanno giocato molte partite. Perché oltre all'impatto fisico, domani sarà importante anche quello mentale: sono due aspetti determinanti. De Sciglio è a disposizione, Rugani ha un'infrazione alla costola, Douglas Costa è a posto, rientrerà contro il Genoa e la settimana prossima tornerà a lavorare con la squadra. Domani giocherà Szczesny, anche se Perin si sta allenando benissimo e contro il Bologna ha fatto bene».

PRESENTE E FUTURO - «La rosa è molto migliorata per merito della società. Se sia più forte o meno lo vedremo a fine stagione. Se avremo vinto saremo stati più bravi e forti dell'anno scorso, altrimenti… Ci manca solo la Champions, per il resto abbiamo sempre fatto il nostro dovere vincendo quattro scudetti più i tre della gestione Conte, 4 Coppe Italia. Ci manca vincere la Champions: non sarà facile, perché ci vuole fortuna, oltre alla giuste componenti per arrivare fino in fondo. Ora, però, pensiamo a domani a Udine: vogliamo chiudere nel migliore dei modi queste prime 10 partite, riposeremo un po' e poi affronteremo il secondo step fino a novembre dove avremo 6 partite da giocare anziché 7. Quindi, dopo l'altra sosta, avremo un filotto fino al 29 dicembre. Domani sarà una partita pericolosa perché veniamo da 9 vittorie di fila, ci potrebbe essere ma sicuramente (qui Allegri alza notevolmente il tono della voce) non ci sarà un po' di rilassamento, perché ci sarà da battagliare, l'Udinese è una squadra fisica, a Udine tecnicamente non sono partite belle, si dovrà lottare. Si giocherà alle 18, quindi la palla viaggerà meno su un campo asciutto: dovremo metterci al pari di loro. Se verrà fuori una brutta partita a livello tecnico, bisognerà comunque portarla a casa».

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TIRATA D'ORECCHIE - «Chi gioca davanti tra Dybala, Mandzukic e Ronaldo? O tutti e tre insieme, oppure uno tra Mandzukic e Dybala starà fuori. Valuterò perchè Cuadrado sta bene, è cresciuto, ha trovato ancor più fiducia con l'ultimo assist. E poi c'è Bernardeschi che nonostante i miei rimproveri… Qualcuno della Fiorentina se l'e anche presa per l'altra sera, ma lungi da me offendere o sminuire la Fiorentina che quest'anno è una bella squadra che gioca bene, ricca di calciatori tecnici. Io ho solo detto un dato di fatto: quando sei alla Juventus, il peso specifico di ogni pallone che giochi è differente da quasi tutte altre squadre. Una giocata sbagliata per essere egoisti cambia, perché ti può far vincere o perdere una partita, o un campionato, o una Champions, o una Supercoppa, o una Coppa Italia. È molto semplice, non ho offeso nessuno, anche perché io sono toscano, Firenze è una bellissima città e i fiorentini sono pure simpatici. Ma non è una questione che riguarda solo Federico: quando si arriva alla Juve occorre fare un salto di qualità a livello mentale, perché fai parte di una grandissima squadra. Le energie che si sprecano nella Juve non sono le stesse di chi non ha l'obbligo di vincere. Nella Juve cambia se vinci o perdi, quando c'è solo un obiettivo da raggiungere».

IL TIFO IN SILENZIO - «I tifosi ci sono vicini. Ma come ho sempre detto, ogni momento va vissuto con grande entusiasmo da parte di tutti. Non è che in tutta la vita ci sarà la possibilità di vivere questi momenti e quindi gli stessi vanno vissuti ora. Non si può dire, per esempio, fra due anni che sarebbe stato meglio vivere determinati momenti in modo diverso. No, è il presente che va vissuto, con entusiasmo, perché società e squadra hanno dato grandi soddisfazioni e vincere è sempre complicato: basti vedere la partita di domani, una partita che non sarà semplice preparare psicologicamente. C'è tantissimo bisogno dell'entusiasmo dei nostri tifosi dentro l'Allianz Stadium».

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LA DIFESA - «Se è meglio a tre oppure a quattro? Bisogna trovare una certa continuità difensiva, finora non siamo mai stati due partite senza subire gol. Abbiamo subito cinque gol in campionato, non è successo solo contro Lazio e Bologna. Il nostro obiettivo è lavorare su noi stessi, mettersi i paraocchi come i cavalli e andare avanti senza guardare chi ci sta intorno».

I RISCHI DI UDINE - «Anche l'anno scorso fu difficile: vincemmo 6-2, la squadra fu in controllo della partita malgrado un'espulsione, anche se fu una gara strana. E negli anni precedenti è stata spesso una trasferta difficile: l'Udinese è una squadra ben organizzata, gioca molto sulle ripartenze, ha giocatori veloci e fisici. Eppoi viene da due sconfitte e noi da nove vittorie: e noi dovremo alzare il tiro tirando fuori soprattutto le energie che abbiamo a livello mentale, altrimenti pagheremo dazio. Ma domani non bisogna farlo, perché poi bisogna continuare a vincere, e poi farlo ancora dopo la sosta. Contro l'Udinese sarà uno spartiacque importante per chiudere la serie e mantenere immutato il vantaggio rispetto alle altre squadre. Bisogna dare un altro segnale, perché poi manca ancora tanto alla fine».

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LA DIFESA - «Se è meglio a tre oppure a quattro? Bisogna trovare una certa continuità difensiva, finora non siamo mai stati due partite senza subire gol. Abbiamo subito cinque gol in campionato, non è successo solo contro Lazio e Bologna. Il nostro obiettivo è lavorare su noi stessi, mettersi i paraocchi come i cavalli e andare avanti senza guardare chi ci sta intorno».

I RISCHI DI UDINE - «Anche l'anno scorso fu difficile: vincemmo 6-2, la squadra fu in controllo della partita malgrado un'espulsione, anche se fu una gara strana. E negli anni precedenti è stata spesso una trasferta difficile: l'Udinese è una squadra ben organizzata, gioca molto sulle ripartenze, ha giocatori veloci e fisici. Eppoi viene da due sconfitte e noi da nove vittorie: e noi dovremo alzare il tiro tirando fuori soprattutto le energie che abbiamo a livello mentale, altrimenti pagheremo dazio. Ma domani non bisogna farlo, perché poi bisogna continuare a vincere, e poi farlo ancora dopo la sosta. Contro l'Udinese sarà uno spartiacque importante per chiudere la serie e mantenere immutato il vantaggio rispetto alle altre squadre. Bisogna dare un altro segnale, perché poi manca ancora tanto alla fine».

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