TORINO - “Dio perdona, Allegri anche”, si potrebbe dire parafrasando il western che nel 1967 lanciò la coppia Bud Spencer-Terence Hill. Aveva perdonato anche Leonardo Bonucci dopo il plateale ammutinamento di Juventus-Palermo del 18 febbraio del 2017, tanto che lo ha riaccolto a braccia aperte in estate, figuriamoci se non avrebbe perdonato la fuga negli spogliatoi di Dybala all’87’ di Juventus-Parma, quando l’ingresso di Emre Can per Bernardeschi aveva reso impossibile l’entrata in campo della Joya.
Allegri perdona, ma non a scatola chiusa e non senza imporre penitenze, se ritiene che servano al “peccatore” di turno e al resto del gruppo. E Bonucci e lo sgabello su cui vide Porto-Juventus di Champions, quattro giorni dopo la citata lite, sono anche in questo caso l’esempio più eclatante.