La classe – secondo un antico adagio – consiste non tanto nel giocare bene, quanto nel farlo nei momenti importanti. E se Cristiano Ronaldo rappresenta la traduzione in termini reali di un concetto altrimenti astratto, l'allievo Federico Bernardeschi dal maestro lusitano sta apprendendo ogni sorta di arte. Sarà per questo che l'estroso carrarese – un po' pittore e un po' scultore – ha fin da subito affinato una profonda intesa con CR7, tanto in campo quanto fuori dal rettangolo verde. E a lui si sta ispirando per colorare il proprio futuro, per quanto la tavolozza del presente sia già piuttosto rifornita. Chiedere all'Atletico Madrid di Simeone, messo in ginocchio da una tripletta di Ronaldo dopo il raffinato lavoro ai fianchi proprio di Bernardeschi.
Un po' pittore, con quella pennellata ad ispirare la prima incornata a centro area del compagno, e un po' scultore, con quella prepotente accelerazione ad un alito di vento dai supplementari a squarciare l'equilibrio della doppia sfida ai colchoneros. Perché, nella prestazione di martedì all'Allianz Stadium, l'ex viola ha impastato qualità sopraffina e grande cuore. Ma anche una finalmente invidiabile condizione atletica, da cui ha ricavato l'energia – ad appena 4' dallo scadere – per scappare via ad un avversario come Correa da poco subentrato dalla panchina.