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TORINO - L'ingresso dell’Ajax nei quarti di finale della Champions League della stagione in corso è l’evidente frutto della politica di sviluppo del settore giovanile insieme ad un'attenta gestione manageriale. I Lancieri, dopo aver superato il Real Madrid al Santiago Bernabeu (con un rotondo 4-1), sono entrati di diritto tra i primi otto club del Vecchio Continente, ma già nel 2016/17 avevano raggiunto un’importante finale internazionale, in Europa League, superati soltanto dal Manchester United (all’epoca guidato da José Mario Mourinho). La politica di contenimento dei costi, a partire dagli ingaggi dei calciatori, non aiuta però la società olandese a fare definitivamente il salto di qualità sul terreno del business. Non a caso l’Ajax è fuori dalla Top 30 della classifica Deloitte, conosciuta con il nome di “Football Money League”. La sconfitta delle Merengues, al primo posto di questo report annuale (con oltre 750 milioni di euro nel 2018), proprio per mano di una società che supera appena i 91.94 milioni di euro, deve far riflettere il mondo del football nel suo complesso. Il fatturato del Real Madrid, infatti, è 8 volte superiore a quello del club olandese.
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