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TORINO - Con lui si può. Il pensiero della Juventus, intesa come squadra, ma anche come staff tecnico, società e tifosi si ancora alla micidiale efficacia di Cristiano Ronaldo nelle partite di Champions League. Nelle controverse interpretazioni dell’uno a uno di Amsterdam, fra pessimisti, ottimisti e attendisti, solo CR7 mette d’accordo tutti e soprattutto dà fiducia. La sua reazione social nell’immediato dopo partita è lapidaria: «Felice di essere tornato e aver segnato un altro gol in questa fantastica competizione. Ben fatto squadra!». E più tardi CR7 pubblica l’immagine della Juventus schierata per i fotografi alla Johan Cruijff Arena con una serie di simboli per approvarne la prestazione.
Il messaggio è chiaro e tende a infondere fiducia all’ambiente, come dire: «Sappiate che io ci credo, credeteci anche voi». L’equivalente di quegli sguardi e quelle frasi concitate nel tunnel degli spogliatoi nell’intervallo di Juventus-Atletico. Perché, tutto sommato, mercoledì sera ad Amsterdam, Ronaldo è parso non sempre serenissimo, insoddisfatto dell’atteggiamento della squadra in alcuni frangenti della partita, nei quali subiva troppo il gioco dell’Ajax. Ma subito dopo, CR7 ha voluto caricare i compagni: sa perfettamente che è necessaria una grande prestazione martedì nella gara di ritorno e contribuisce da subito alla preparazione psicologica. Ronaldo è il signor Champions ed è esattamente quello che serviva alla Juventus per superare la psicosi della coppa maledetta. Ronaldo scende in campo tranquillo quando sente il sinfonico inno prepartita e la sua sola presenza infonde fiducia e carica agonistica nei compagni. Prima ancora di fare gol, perché poi alla fine segna pure, Ronaldo è fondamentale per quanto rappresenta agli occhi di chi gioca con lui e contro di lui (un po’ di timore ce l’avevano anche i ragazzini incoscienti dell’Ajax, che non guardano in faccia a nessuno, ma quella di CR7, molto probabilmente, ce l’hanno avuta appesa in cameretta fino a pochi anni fa).
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