Chiellini e Barzagli, i due degli otto Scudetti di fila

Nella rosa della Juventus, ci sono solamente due calciatori che hanno vissuto in toto lo storico ciclo del club: condividono la regione di provenienza ed il ruolo in campo e sono il cuore pulsante dello spogliatoio
Chiellini e Barzagli, i due degli otto Scudetti di fila

TORINO - La Juventus si è appena laureata Campione d'Italia per l'ottava volta consecutiva ed è caccia alla foto-copertina della stagione. Impazza Cristiano Ronaldo, chiaramente, ma uno spazio speciale è riservato di diritto agli unici due legittimi proprietari di ogni singolo Scudetto di questo magico "fil-otto": Giorgio Chiellini ed Andrea Barzagli, toscani e difensori entrambi, compagni di mille battaglie, ma prima ancora di ritrovarsi in bianconero, l’uno debuttava, con personalità, in Serie A e Champions nel pre-Calciopoli di Capello mentre l’altro, pochi mesi dopo, si laureava Campione del Mondo. Leader indiscussi dello spogliatoio di una squadra che, dall’estate del 2011, in cui ha posto le basi, all’aprile del 2019, ha avuto il merito di sapersi rinnovare a fondo di anno in anno, elevando il tasso qualitativo, anche a costo di imbattersi in addii dolorosi, da Del Piero, il primo, a Buffon e Marchisio, gli ultimi. Chiellini e Barzagli hanno impresso indelebile il proprio marchio in ogni singolo successo di questo ciclo storico. Agrodolce, poi, il ruolo del terzo complementare personaggio della coppia bianconera, quel Leonardo Bonucci che, per orgoglio e qualche bizza di troppo, ha interrotto il legame nella scorsa stagione, accettando la sfida (persa) targata Milan, salvo poi correggere il tiro e tornare alla casa madre. Sette Scudetti, per lui, otto a testa, dunque, per gli altri due, col “Chiello” che annovera anche quello del 2006, cancellato da Calciopoli, alla sua prima stagione in bianconero, oltre quello di B, dove segnò una doppietta nel giorno della festa. Quattro Coppe Italia ed altrettante Supercoppe vanno ad ingrassare il dominio in Italia, ma non sono cosa da poco le due “medaglie d’argento” in Champions, seppur bruci ancora la recente eliminazione subita per mano dell'Ajax.

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TORNADO CONTE ed EFFETTO STADIUM – Stagione 2011-12, la Juventus reduce dal secondo settimo posto consecutivo, che la tiene nuovamente fuori dalle coppe europee, cambia guida (Antonio Conte per Delneri in panchina), cambia casa (trasloco allo Juventus Stadium) e cambia pelle (arrivano Lichtsteiner, Pirlo, Vidal e Vucinic). Quel che non cambia, quantomeno in relazione all’excursus storico bianconero, è quello di “riporre la fase difensiva al centro del villaggio”. Il 4-2-4, quasi utopistico, sognato dal tecnico salentino durante il ritiro estivo, lascia ben presto spazio ad un più solido e concreto 3-5-2, che permette a Pirlo di dedicarsi alle sole geometrie, limitando al massimo traffico e tamponamenti tipici del centrocampo, ben protetto dalla retroguardia più forte d’Italia: Barzagli, “la Roccia”, al top della forma e nel fior fior degli anni, Chiellini, che al suo fianco cresce in maniera esponenziale, raggiungendo l’élite continentale, e il giovane Bonucci, reduce da una stagione disastrosa, ma che, con classe, tenacia e due maestri accanto, s’impone nel panorama nazionale. A fine anno, la Juventus lascerà a Del Piero, prima di congedarlo per sempre, l’invidiabile compito di alzare al cielo la Coppa di uno Scudetto vinto da imbattuti ed agognato dal traumatico post-Calciopoli. Un successo che ha come protagonisti due personaggi silenziosi e pacati davanti le telecamere, ma veri e propri leader all’interno del rettangolo verde di gioco e dello spogliatoio juventino: saranno solamente 20 i gol subiti in 38 partite dalla Juventus in campionato, poco più di mezzo a partita, rendimento emulato anche in Coppa Italia, in cui i bianconeri, ancora ebbri di gioia (e non solo) per la festa, si arrendono soltanto al Napoli in finale.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 39 presenze, 1 gol, 2 assist, 4 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 37 presenze, 2 gol, 2 assist, 7 ammonizioni

Stagione: Scudetto, finalista di Coppa Italia

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SENZA IL CONDOTTIERO – La stagione parte col successo a Pechino in Supercoppa, con mister Carrera in panchina (Conte e Alessio sono stati squalificati per un’omessa denuncia e ne avranno ancora per mesi), manifestazione cui non partecipa Giorgio Chiellini per un problema a quel polpaccio che gli darà sempre più noie nel corso degli anni, fino ai giorni nostri, dal quarto di Coppa Italia con l’Atalanta, all’allenamento pre-Ajax. Il difensore livornese resta ai box ad agosto e dal 21 dicembre al 16 febbraio, cui si aggiunge un’infiammazione al legamento collaterale ad aprile: ciò non gli impedisce di giocare le ultime due di campionato da capitano ed è in campo 180’ anche nella doppia sfida col Bayern Monaco che sancisce lo stop dell’avventura europea alla Juventus nei quarti di finale. Barzagli, invece, è un insuperabile baluardo, leader e trascinatore, corpo e mente di una difesa perforata appena 24 volte in A, guida spirituale nella definitiva consacrazione di Bonucci, con cui condivide il primato di presenze (48). È la stagione in cui la maglia torna a sfoggiare, sette anni dopo, il tricolore nella zona del cuore, ma è anche la prima stagione senza “le stelle” (la più luminosa gioca a centrocampo e si chiama Pogba): al loro posto, la scritta “30 sul campo” al di sotto del logo societario.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 48 presenze, 0 gol, 1 assist, 5 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 32 presenze, 1 gol, 2 assist, 9 ammonizioni

Stagione: Scudetto, Supercoppa

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LA STAGIONE DEI RECORD – La 10 ha un nuovo proprietario, dopo una stagione in naftalina, ed è Carlos Tevez, a Barzagli e Chiellini (oltre Bonucci e Caceres), Marotta e Paratici affiancano Ogbonna. Ma, manco a dirlo, sono i soliti noti a guidare, in campo e fuori, la Juventus alla conquista del terzo Scudetto consecutivo con tre giornate d’anticipo, con la cifra record di 102 punti (solo il Barry Town, due volte in Galles, e il Celtic, in Scozia, hanno fatto meglio nella storia), 33 vittorie su 38 in campionato, 19 su 19 in casa, ed appena 23 gol subiti. Il polpaccio lascia in pace Chiellini per tutta la stagione, ma si accanisce con Andrea Barzagli: la “Roccia” resta fuori per l’andata dei sedicesimi di Europa League col Trabzonspor e per le doppie sfide con Fiorentina (ottavi), Lione (quarti) e Benfica (solo panchina nelle semifinali), ma anche per sette partite di A (tra cui il 2-0 subito a Napoli). Sono invece entrambi in campo all’Olimpico il 18 agosto, in cui la Juventus porta a casa la seconda Supercoppa di fila con un perentorio 4-0 rifilato alla Lazio. Europa League, si diceva, perché una delle stagioni più belle dell’Ottennio bianconero è macchiata indelebilmente dallo scivolone di Instanbul, che ha sancito la retrocessione dalla Champions (terzo posto nel girone) alla seconda manifestazione continentale, in virtù dell’1-0 subito per mano del Galatasaray con gol dell’ex interista Sneijder all’85’.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 33 presenze, 0 gol, 0 assist, 3 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 44 presenze, 4 gol, 3 assist, 5 ammonizioni, 1 espulsione

Stagione: Scudetto, Supercoppa

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INFERNO-PARADISO – L’estate del 2014 è da shock: Antonio Conte sembra tentennare, qualche frecciatina, poi rimane, ma al primo giorno di ritiro esplodono le proprie frustrazioni, ingigantite da qualche divergenza sul mercato, e molla. In fretta e furia, Agnelli-Marotta-Nedved e Paratici portano, tra fischi, insulti ed altre azioni più becere, Massimiliano Allegri. Nell’incredulità generale e tra il disfattismo dei tifosi, sbarca a Torino l’allenatore capace di impostare un nuovo, più brillante, duraturo e convincente ciclo, ripartendo dai cocci lasciati da chi, quel ciclo, l’aveva bollato come concluso. Lo fa con umiltà, metaforicamente parlando, “chiedendo permesso”, con Buffon, Chiellini e Barzagli che rispondono “Avanti!”. Si deve remare tutti da una parte, e loro tre, più Bonucci e Lichtsteiner, sono i migliori canottieri in circolazione. Arrivano poi giovani di belle speranze, come Pereyra, Coman, Morata, cui si aggiunge Evra, a portare quel pizzico di esperienza internazionale per poter provare ad andare “a mangiare nei ristoranti da 100 euro”. La Juventus si conferma in campionato, in scioltezza, con un +15 ad aprile migliorato soltanto da quella attuale e la matematica certezza che arriva il 2 maggio. Torna nel capoluogo piemontese la Coppa Italia dopo 20 anni, sfuma la Supercoppa dopo un’interminabile lotteria di rigori con il Napoli e si accarezza il sogno Champions, almeno fino al minuto 67 della finalissima quando, sugli sviluppi di un rigore non dato a Pogba, il Barcellona va avanti 2-1 in contropiede. Alle porte dell’ultimo atto della massima kermesse continentale per club, torna la maledizione del polpaccio, che colpisce Chiellini e gli nega la gioia di partecipare alla partita più importante della sua carriera. Al suo posto in campo per tutti i 90’ c’è Andrea Barzagli, non al top della condizione psico-fisica, dopo una stagione che l’ha costretto all’infermeria per le prime 25 partite di campionato, le prime sette dell’ex Coppa dei Campioni e per la Supercoppa, ma non per la finale di Coppa Italia, vinta ai supplementari con la Lazio.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 17 presenze, 0 gol, 0 assist, 2 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 45 presenze, 1 gol, 2 assist, 11 ammonizioni

Stagione: Scudetto, Coppa Italia, finalista in Supercoppa e Champions

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MAI DARLI PER MORTI – Con quattro Scudetti in cascina e raggiunta l’agognata “dimensione europea”, anche Allegri giudica, un anno dopo Conte, concluso “il ciclo”, affrontando in prima linea con la dirigenza il profondo restyling della rosa. Chiellini e Barzagli, al pari di Buffon, Bonucci, Lichtsteiner e Marchisio, non si muovono: sono sempre più lo zoccolo duro incaricato di trasmettere juventinità ai nuovi, compresi Alex Sandro e il giovane Rugani che vanno ad ingrassare il pacchetto arretrato con un curriculum niente male. Con loro arrivano Dybala, Lemina, Neto e Zaza, più le “vecchie volpi” dal pedigree internazionale Mandzukic, Khedira e Cuadrado. I nuovi, però, ad eccezione della Supercoppa vinta ad agosto 2-0 contro la Lazio, al momento di assorbire i dettami dei senatori bianconeri, votati solo ed esclusivamente alla vittoria, hanno una crisi di rigetto. Il 28 ottobre la Juventus perde 1-0 a Sassuolo con una punizione di Sansone, è il quarto stop (più 3 pareggi) in appena 10 partite di campionato e la vetta è distante 11 punti (la retrocessione appena 6). Negli spogliatoi, Allegri ha la saggezza di lasciare la parola “agli allenatori in campo”: Gigi, Chiello e Barza urlano, sgridano, incitano, correggono, motivano, in sostanza trasformano una squadra allo sbando in una macchina da guerra. Di lì in avanti, 15 vittorie consecutive in campionato, 25 su 26, il record d’imbattibilità regalato a Buffon (974’ senza subire reti), il tutto a completare una rimonta epica che vale il pokerissimo, il secondo quinquennio della storia bianconera, il terzo della nostrana Serie A (quello del Torino, però, non avvenne in maniera continuativa, spezzato dallo scontro bellico). Noie muscolari lasciano ai box “King Kong” per la Supercoppa e, più in particolare, il polpaccio lo priva della possibilità di guidare la retroguardia nel maledetto quarto di Champions compromesso da Evra contro il Bayern Monaco, ma lo tiene fuori anche nello scontro diretto vinto 1-0 contro il Napoli. Risparmia invece Barzagli per praticamente tutta la stagione, forse l’ultima a grandissimi livelli.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 42 presenze, 1 gol, 1 assist, 3 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 34 presenze, 1 gol, 1 assist, 7 ammonizioni, 1 espulsione

Stagione: Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa

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L'EVOLUZIONE – Benatia e Dani Alves arricchiscono ulteriormente il pacchetto arretrato bianconero, le cui colonne portanti rimangono Chiellini e Barzagli, più il figliol prodigo Bonucci, ma è Higuain a monopolizzare le attenzioni di stampa e tifosi durante il calciomercato estivo. Eguagliato il Quinquennio d’Oro, fatta la storia (di grande successo l’hashtag “Hi5tory”), la Juve raggiungerà la leggenda (“Le6end” sarà infatti il motto del sesto Scudetto di fila). Il divario tecnico, finanziario, manageriale, commerciale ed avanguardistico con le altre big del calcio italiano ha raggiunto ormai il suo massimo storico. Dopo qualche accenno di “crisetta”, più nel gioco che nei risultati, Allegri manda in pensione il 3-5-2, ad oltre cinque anni dalla sua magnifica intuizione, e vara un 4-2-3-1 ultra-offensivo che regalerà grandi risultati. Chiellini, Bonucci e Barzagli non sono più un indivisibile trio, non sempre almeno, nonostante il difensore di Fiesole provi talvolta ad improvvisarsi terzino destro, lasciando ai due amici il cuore dell’area, ma l’imperforabilità continua ad essere l’arma vincente, nonostante l’arrembante manovra e l’elevato tasso qualitativo in campo col nuovo modulo. Nel computo finale, l’accoppiata Chiello-Barza è presente in tutti i momenti topici della stagione, dal trionfo in Coppa Italia alla disfatta di Cardiff col Real Madrid in Champions, con l’unica eccezione, per il secondo, della Supercoppa persa in Qatar col Milan nell’antivigilia di Natale.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 39 presenze, 0 gol, 0 assist, 3 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 33 presenze, 4 gol, 2 assist, 6 ammonizioni

Stagione: Scudetto, Coppa Italia, finalista in Supercoppa e Champions

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FINALE THRILLING – Dalla leggenda al mito o, per restare nel mondo dei modernissimi hashtag, fedelmente mantenuti in casa Juventus, da “Le6end” a “My7h”. Bonucci rompe la BBC, per Buffon si subodora aria da ultimo anno, Chiellini e Barzagli fanno uno step in più. Costretti a più riprese a star fuori per le solite noie, “affiancano” mister Allegri nella gestione del gruppo: professionisti esemplari, uomini leali, calciatori imprescindibili. Il verdetto di fine stagione è la solita cantilena, Scudetto e Coppa Italia, la Supercoppa sfuma a tempo ultra-scaduto con la Lazio (i toscani in campo 90’), ma c’è solo il “Chiello” nella notte quasi magica di Madrid, sfregiata dall’arbitro Oliver per taluni, da Benatia per talaltri. Il campionato, però, ha un risvolto thrilling inaspettato: il boccone amaro in Champions, il dispendio di energie fisiche e nervose non indifferente, la lunga serie di infortuni che colpisce più o meno tutti, ma soprattutto la clamorosa sconfitta col Napoli, riaprono clamorosamente una lotta-Scudetto che sembrava chiusa da tempo. Quella partita lì, Barzagli la vede dalla panchina, Chiellini la gioca appena 11’, giusto il tempo di assistere a Koulibaly che sovrasta Benatia. Il livornese non è al top e con l’Inter è lui a dare forfait: risponde presente la “Roccia” ed emblematica è la sua autorete che sembra sancire la fine non di un ciclo, di un’epoca. La Juve è al tappeto, ironia del destino, per mano di un suo senatore, contro la rivale storica. Barzagli reagisce, Chiellini da fuori scuote, la dea bendata interviene sul tiro-cross di Cuadrado, il resto lo fanno il colpo di testa di Higuain e la reazione di tutta la squadra, più “un caffè sospeso all’albergo di Firenze”.

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 38 presenze, 0 gol, 1 assist, 3 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 38 presenze, 0 gol, 2 assist, 6 ammonizioni

Stagione: Scudetto, Coppa Italia, finalista in Supercoppa

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PROFILO BASSOBarzagli ha qualche strana idea in testa e medita di mollare, ma da Torino non sta lasciando solo la leggenda Buffon, ma anche il cuore bianconero Marchisio e due senatori come Lichtsteiner (7 Scudetti su 7) ed Asamoah (6). C’è un passaggio di consegne in atto e lasciare Chiellini da solo nell’anno dell’ennesima mini-rivoluzione e dell’avvento di un certo Cristiano Ronaldo, che porterà inevitabilmente una profonda mutazione degli equilibri, tanto in campo, quanto soprattutto al di fuori, sarebbe ingeneroso. Barzagli e Chiellini rappresentano l’ultimo caposaldo, con la consapevolezza che, per il gigante di Fiesole, l’avventura da calciatore è davvero agli sgoccioli. Il traumatico distacco dall'atleta, il fuoriclasse assoluto ammirato allo Stadium ed ovunque nel mondo in ogni singola trasferta, è iniziato da almeno un paio d’anni e non è ancora del tutto digerito, ma quello dall’uomo, è indissolubile. E lo sa bene Allegri, che ha da poco speso parole al miele per il suo “vice”, aprendo alla possibilità di averlo nel proprio staff: «Andrea per come lo vedo io potrebbe far parte di uno staff, soprattutto all'inizio, per imparare e aiutare nella cura dei difensori perché sotto quell'aspetto è un professore. Quindi credo possa essere un valore aggiunto per la Juventus». Un modo per fare da collante, raccordare il gruppo con allenatori e preparatori, oltre che continuare a trascinare e motivare col proprio carisma ed insegnare calcio con la propria esperienza. Resterà solo Chiellini, che potrà continuare a scrivere la storia, eleggendo a sua volta i nuovi rappresentanti della “nuova vecchia guardia”: Bonucci ha dimostrato affidabilità ed attaccamento, ha ricucito il rapporto, merita un ruolo importante. Mandzukic, Cuadrado, Dybala, più Khedira se resterà. Ad honorem Cristiano Ronaldo, ci mancherebbe! Nel frattempo, però, è stato vinto uno Scudetto con cinque giornate d’anticipo e per quei due là… È l’ottavo di fila!

Numeri e successi:

Andrea Barzagli: 9 presenze, 0 gol, 0 assist, 0 ammonizioni

Giorgio Chiellini: 30 presenze, 1 gol, 1 assist, 3 ammonizioni

Stagione in corso: Scudetto, Supercoppa

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TORINO - La Juventus si è appena laureata Campione d'Italia per l'ottava volta consecutiva ed è caccia alla foto-copertina della stagione. Impazza Cristiano Ronaldo, chiaramente, ma uno spazio speciale è riservato di diritto agli unici due legittimi proprietari di ogni singolo Scudetto di questo magico "fil-otto": Giorgio Chiellini ed Andrea Barzagli, toscani e difensori entrambi, compagni di mille battaglie, ma prima ancora di ritrovarsi in bianconero, l’uno debuttava, con personalità, in Serie A e Champions nel pre-Calciopoli di Capello mentre l’altro, pochi mesi dopo, si laureava Campione del Mondo. Leader indiscussi dello spogliatoio di una squadra che, dall’estate del 2011, in cui ha posto le basi, all’aprile del 2019, ha avuto il merito di sapersi rinnovare a fondo di anno in anno, elevando il tasso qualitativo, anche a costo di imbattersi in addii dolorosi, da Del Piero, il primo, a Buffon e Marchisio, gli ultimi. Chiellini e Barzagli hanno impresso indelebile il proprio marchio in ogni singolo successo di questo ciclo storico. Agrodolce, poi, il ruolo del terzo complementare personaggio della coppia bianconera, quel Leonardo Bonucci che, per orgoglio e qualche bizza di troppo, ha interrotto il legame nella scorsa stagione, accettando la sfida (persa) targata Milan, salvo poi correggere il tiro e tornare alla casa madre. Sette Scudetti, per lui, otto a testa, dunque, per gli altri due, col “Chiello” che annovera anche quello del 2006, cancellato da Calciopoli, alla sua prima stagione in bianconero, oltre quello di B, dove segnò una doppietta nel giorno della festa. Quattro Coppe Italia ed altrettante Supercoppe vanno ad ingrassare il dominio in Italia, ma non sono cosa da poco le due “medaglie d’argento” in Champions, seppur bruci ancora la recente eliminazione subita per mano dell'Ajax.

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