Ecco perché la Juve ha scelto la nuova maglia senza strisce

Tradizione contro business e mercato estero: un nuovo look che, secondo gli esperti, dovrebbe aumentare le vendite, massimizzando l’effetto CR7
Ecco perché la Juve ha scelto la nuova maglia senza strisce

Se si parte dal presupposto che la maglia è la rappresentazione fisica dell’anima di un club, stella polare della fede dei tifosi, il suo aspetto dovrebbe avere una sacralità inviolabile. Se si parte dal presupposto che la maglia è solo una convenzione e, recentemente, un mezzo per aumentare il potenziale commerciale di un club, il suo aspetto va affidato agli esperti di marketing. La Juventus, intesa come società, ha scelto il secondo presupposto e certo non per offendere la sensibilità di chi crede nel primo, ma perché più di ogni altro presidente, Andrea Agnelli è immerso nella modernità e, soprattutto, la sua ambizione è portare il club ai vertici, se non proprio al vertice, del calcio mondiale. Una strada che passa dalla globalizzazione della Juventus e del suo marchio.

Quindi, per chi si chiede come mai la Juventus ha scelto una maglia senza strisce e semplicemente bipartita in una zona bianca e una nera, divise da un sottile fettuccia rosa (citazione del colore dei fondatori del 1897), la risposta è una e una sola: la maglia a strisce, quella della tradizione, non piace al mercato globale dove le strisce verticali non attirano gli acquirenti che non sono legati alla tradizione e, in particolare sono sgradite a quello degli Stati Uniti, dove sono gli arbitri a vestire le strisce bianche e nere. La nuova maglia spaccata in due, che tante perplessità suscita nel popolo juventino, dunque è stata pensata per essere venduta all’estero: un nuovo look che, secondo gli esperti, dovrebbe aumentare le vendite, massimizzando l’effetto CR7.

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