CAMBIAMENTI - «Mi sto divertendo con tutte le voci per un semplice motivo. Stamattina ho fatto una riflessione: pensa se in questi anni non fossi riuscito, assieme a società e giocatori, a portare a casa qualche trofeo... mi impalavano e mi bruciavano... Ma mi diverto perché fa parte del gioco. Mancanza di gratitudine? Io devo la mia gratitudine al presidente e alla società, poi non posso piacere a tutti e non mi piace piacere a tutti. Il calcio è fatto di risultati e lavoro quotidiano, io devo rendere conto a società e presidente e sono soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto». Lavoro fatto e da fare che sarà al centro del vertice della prossima settimana: «Quale dovrà essere la Juve l’ho in mente da sei mesi, ma non posso dirvelo, devo dirlo prima al presidente e per il contratto è lo stesso: non chiedetemi di cosa parleremo perché non posso dirvelo». Solo sulla questione tecnica si sbilancia un filo di più, parlando anche di qualche singolo e anticipando cambiamenti: «Bentancur è cresciuto, deve migliorare in tiri, assist, visione. E’ un ‘97 e ha tutto per farlo, vale il discorso di tutti i giocatori: devono mettersi in discussione ogni giorno. Per Cancelo il discorso è simile. Lui ha doti straordinarie nella gestione della palla in situazioni singole. Abbiamo tanti giocatori giovani, oltre ad alcuni avanti con l’età. La squadra è miscelata bene a livello di età, poi ovviamente valuteremo con Nedved e Paratici dove c’è da migliorare, perché parliamo di una squadra che ha fatto tanti risultati. La forza della Juve in questi anni, a parte il primo, è che è stata spesso cambiata».