Allegri: «Felicissimo dei miei cinque anni alla Juventus»

Così il tecnico al termine del match con l'Atalanta: «Ora vediamo che succede: la vita è piena di imprevisti»
Allegri: «Felicissimo dei miei cinque anni alla Juventus»© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - Secondo Massimiliano Allegri, chi s'insidierà al suo posto sulla panchina della Juventus dovrà obbligatoriamente «portare avanti questa squadra che è vincente». Lo ha detto l'ormai ex tecnico bianconero parlando ai microfoni di Sky Sport dopo il pari tra Juventus e Atalanta nella 37ª giornata di Serie A e le celebrazioni dello scudetto. Allegri è tornato a parlare anche di quello che in questa stagione non è stato: «In Champions siamo arrivati al doppio confronto in condizioni non normali. Dopo la partita di Madrid ho dovuto mettere al riparo il campionato perché le trasferte di Bologna e Napoli erano rischiose. Sulla carta con l'Atletico eravamo più battuti che vincenti e in quel momento lì dovevamo mettere in sicurezza il campionato». Quindi ha aggiunto: «Dopo la sconfitta con l'Atletico avevo la preoccupazione di vincere a Bologna. Lì siamo stati bravi. Da gennaio siamo andati a rincorrere giocatori che non stavano bene». Allegri ha spiegato delle scelte fatte durante l'annata: «Quando alleni una grandissima squadra come la Juventus devi fare delle scelte ma le fai per il bene della squadra. In campionato ho scelto 37 formazioni diverse un po' per gli infortuni un po' per le tante partite. Il campionato è facile? Facile non è, è la squadra ad averlo fatto diventare più facile. Lascio un'ottima squadra che è pronta a rivicinere il campionato e a fare una grande Champions perché ce l'ha nella testa e nelle gambe, è cresciuta nell'autostima».

Sui tributi che gli sono arirvati ha risposto: «Quella del presidente è stata una cosa fantastica ed è stato bello che la squadra sia venuta a salutarmi. Quando arrivi a vincere la soddisfazione è gigante. Ho chiesto di finire con una bella partita. Vincere cinque scudetti non è semplice, magari più in là mi renderò conto di ciò che è stato fatto». Sulla possibilità di iniziare fin da subito una nuova avventura ha spiegato: «Io faccio sempre delle valutazioni tecniche sulla squadra e da lì vengono divertimento e voglia di allenare perché se non sono convinto non alleno. Tutti gli anni mi ingegnavo e cercavo di capire come divertirmi. Se non mi diverto, smetto di allenare. Non sono un abitudinario e se non sono me stesso difficilmente posso fare un buon lavoro». Sulla separazione dice: «Avevo parlato con il presidente dopo l'Ajax e c'era l'idea di andare avanti poi nell'ultimo mese, mese e mezzo qualcosa è cambiato. Nella riunione che abbiamo fatto non abbiamo parlato né di contratti né di giocatori ma ho capito che per il bene della Juventus era giusto finire. Il presidente ha preso questa decisione perché magari a ottobre saremmo stati in mezzo a delle problematiche e rischiavi di non venirne fuori. Quindi va bene così».

Sulla possibilità che gli siano arrivate già proposte, Allegri ha dribblato: «Sono arrivati tanti messaggi e mi hanno fatto piacere. Abbiamo l'ultima partita a Genova poi mi fermerò. Non è che mi fermerò, se arriva la situazione giusta vado altrimenti sto fermo. Il Real? Ha Zidane che è un grande allenatore. Parlare di altri allenatori non ha senso. La vita è piena di imprevisti e bisogna scegliere la soluzione migliore che non è facile». Allegri poi ha fatto chiarezza sul suo addio: «Mi è stato comunicato venerdì mattina. Non mi sono assolutamente chiesto il perché, c'è una decisione della società e quando sono riuscito dalla riunione giovedì sera sapevo che non ero più l'allenatore della Juventus, non perché me l'avessero detto ma perché lo sapevo».

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