Juve, mercoledì c’è l’Atletico: si cambia così

A Madrid saranno necessarie la precisione, la reattività e la brillantezza mancate a Firenze. E il vero Ronaldo
Juve, mercoledì c’è l’Atletico: si cambia così

TORINO - Quattro giorni per lavorare sul campo, e per capire. Capire perché la Juventus vista sabato pomeriggio abbia compiuto un deciso passo indietro non soltanto rispetto all’ottima ora allestita contro il Napoli, ma anche al debutto in campionato di Parma. La questione del grande caldo non regge fino in fondo: come si ama dire in questi casi, l’alta temperatura c’era per tutti quelli in campo al Franchi. E la Fiorentina, per una fetta abbondante del match, non ha dato l’impressione di patirla. Quattro giorni allora, dalla ripresa di ieri alla rifinitura di mercoledì, per ragionare e per affrontare con le contromisure opportune la trasferta a Madrid per l’inizio della Champions League contro l’Atletico.

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In rare occasioni si è vista la Juve effettuare movimenti senza palla, per dettare il passaggio

ERRORI TECNICI - Nel post partita di sabato un primo tasto l’ha toccato Rodrigo Bentancur: «Una prestazione difficile perché abbiamo commesso troppi errori tecnici», ha sottolineato il centrocampista uruguaiano. Errori di manovra cominciati dalla propria trequarti e che hanno appesantito soprattutto la fase di disimpegno. Lo si è visto negli appoggi di piede poco precisi da parte di Wojciech Szczesny come anche in fase di disimpegno, come il retropassaggio di Matthijs de Ligt che ha costretto il polacco a una precipitosa uscita bassa su Franck Ribery, pronto a colpire in area piccola. In rare occasioni si è vista la Juventus effettuare movimenti senza palla, per dettare il passaggio. L’unico chiaro esempio quando Gonzalo Higuain ha raccolto l’appoggio di Federico Bernardeschi per liberare in area Sami Khedira, per una conclusione-appoggio contrata dai viola.

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TORINO - Quattro giorni per lavorare sul campo, e per capire. Capire perché la Juventus vista sabato pomeriggio abbia compiuto un deciso passo indietro non soltanto rispetto all’ottima ora allestita contro il Napoli, ma anche al debutto in campionato di Parma. La questione del grande caldo non regge fino in fondo: come si ama dire in questi casi, l’alta temperatura c’era per tutti quelli in campo al Franchi. E la Fiorentina, per una fetta abbondante del match, non ha dato l’impressione di patirla. Quattro giorni allora, dalla ripresa di ieri alla rifinitura di mercoledì, per ragionare e per affrontare con le contromisure opportune la trasferta a Madrid per l’inizio della Champions League contro l’Atletico.

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